Joe Bell – Un padre

Il nostro parere

Joe Bell (2021) USA di Reinaldo Marcus Green

Nell’aprile 2013, Joe Bell lascia la sua casa in una piccola città dell’Oregon per attraversare a piedi gli Stati Uniti in onore del figlio quindicenne Jadin, che si è suicidato dopo essere stato vittima di bullismo e omofobia.

Una storia colpisce sempre, soprattutto quando non vi è un happy end che rassereni e dia un momento di speranza e serenità. Così è per Joe Bell, un film con diversi difetti ma che ha un  messaggio forte da passare. Lo fa soprattutto con il giovane protagonista Reid Miller che, ben più di uno statico Wahlberg, da spessore alla vicenda incarnando con grande adesione ed emotività al personaggio di Jadin, il figlio omosessuale di Joe.

Green regista del più fortunato King Richard (una famiglia vincente) sembra smarrirsi talvolta nei continui passaggi dei flashback, negli spostamenti temporali che non sempre sanno creare il giusto climax, anzi agendo talvolta in senso esattamente opposto. L’onestà intellettuale dell’opera va senza dubbio segnalata così come la fotografia e i paesaggi in cui Joe si trova a passare incontrando anime e persone.

Forse è in questo che Joe Bell è carente. Troppo concentrato sul personaggio, si lascia solo all’incontro con Gary Sinise il compito di connettere il personaggio con il mondo esteriore, sordo ai suoi profondi sensi di colpa.

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