Infedelmente tua – Sogni musicali

Il nostro parere

Infedelmente tua (1948) USA di Preston Sturges

Di ritorno da una tournée all’estero, il direttore d’orchestra Afred de Carter viene informato dal cognato che sua moglie ha una relazione extraconiugale. Dapprima incapace di credere all’infedeltà della donna, poi convinto da quelle che sembrano prove inoppugnabili, Alfred inizia a pensare a come far fronte al problema.

Opera immeritatamente inserite tra le minori del regista americano, rappresenta invece una scanzonata commedia che trita le convenzionalità della famiglia attraverso i sogni schizofrenici di un geniale direttore di orchestra. Sturges alterna il sogno alla realtà con cinismo assoluto, mettendo in rilievo la differenza tra i desideri e i reali comportamenti dell’uomo.

Siamo molto lontani dall’ottimismo individualista del New deal. Prevale il disincanto verso il mondo, l’impossibilità di conciliare l’arte con la vita nonchè il rapporto conflittuale con la famiglia, visto come il luogo del dubbio, dell’illusoria felicità. L’happy end finale sembra essere fittizio, come la ricostruzione del mancato tradimento lascia a desiderare assai. Sturges fa volatilizzare i dubbi ma non li elimina, li lascia aleggiare nell’aria.

Il racconto spezzato dagli inserti onirici ripercorre parodisticamente il melodramma per poi concludersi in uno sfrenato slapstick dove il povero Alfred fallisce miseramente in ogni tentativo di darsi dignità. Sconfitto dalla natura e dalla sua incapacità deve arrendersi alla vita.

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