Il permesso 48 ore fuori

Il nostro parere

Il permesso. 48 ore fuori (2015) ITA di Claudio Amendola

Dopo una commedia Amendola ha scelto per la sua opera seconda alla regia un film oscuro, drammatico, concentrandosi su alcuni carcerati in permesso premio. Ognuno di loro cerca di mettere ordine alla propria vita, prima di ritornare in carcere per scontare la propria pena. Donato vuole ritrovare la propria moglie salvandola dalla prostituzione, Rossana (ricca e viziata) vuole fare pace con se stessa prima ancora che con la madre da cui non si sente amata, Angelo torna nella casa ereditata dalla nonna dove ritrova i compagni di rapina che non ha denunciato avvertendo però un disagio, Luigi (criminale di lunga data) cerca di salvare il figlio dalla morte poichè ha fregato uno spacciatore famoso. Tutti hanno 48 ore per decidere se la propria vita ha un valore e quale.

La regia di Amendola è abbastanza piatta e grigia. L’opera non assume mai dimensioni epiche limitandosi a pedinare i personaggi, abbastanza stereotipati e prevedibili. La scrittura è probabilmente il punto debole di un film poco incisivo che galleggia appena sulla sufficienza.

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