Il castello. La prigione e il rispetto

Il nostro parere

Il castello (2001) USA di Rod Lurie

Il generale Irwin giunge nel carcere militare dove deve scontare una condanna di 10 anni. Eroe di guerra, uomo complesso e coraggioso, accetta di pagare il proprio errore senza fiatare, conquistando in breve tempo la stima ed il rispetto degli altri prigionieri. Si mette, però, contro il comandante della prigione, frustrato e psicopatico che non sopporta il suo carisma, non tollera di veder sminuita la propria figura. Dallo scontro psicologico e caratteriale ne nasce una disputa sulle condizioni dei prigionieri, sul senso dei diritti umani.

Nuovo film carcerario con protagonista Robert Redford. A differenza di Brubaker, però, manca il messaggio etico, la forza propulsiva e interiore di comunicare qualcosa. Qua Lurie si limita a puntare sul fascino dei due protagonisti (Redford, appunto, e James Gandolfini in spolvero) senza portare un valore aggiunto. Creare il climax per far esprimere al meglio gli attori è certamente un modo per rendere interessante la recitazione, ma quando manca il controllo del prodotto, si perdono di vista i concetti essenziali del fare cinema, si è formalmente piacevoli ma poco profondi.

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