I 10 film italiani più belli secondo il Sole 24 ore

Il giornale Il Sole 24 Ore, attraverso la penna del critico Boris Sollazzo, ha  stilato la classifica dei 10 film più belli della storia del cinema italiano, utilizzando la propria redazione per fissare la graduatoria. Nella lista ci sono solo film del secolo scorso e qualche esclusione a priori (“fuori concorso geni assoluti come Vittorio De Sica e Roberto Rossellini che meriterebbero decaloghi a parte”). Non si capisce perchè Fellini, Visconti ed Antonioni sono esclusi da questo empireo, ma su questo ognuno è libero di fare la propria riflessione.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) Elio Petri non è mai stato rimpianto abbastanza. Questa sua formidabile radiografia del potere è memorabile. Volontè è immenso.

Uccellacci uccellini (1966) La poesia pasoliniana si incrocia con Totò. Non è un ibrido, ma un canto.

Le mani sulla città (1963) Rosi fa politica nel senso più nobile del termine. L’indagine sociologica, la visione della realtà viene sempre dopo la grammatica cinematografica, lo stile, la messa in scena curata ed incalzante. Regia sontuosa.

C’era una volta in America (1984) Leone è il regista più “epico” della storia del cinema italiano. Solo lui poteva mettere in scena un’epoca mescolando azione, riflessione, lirismo e la grandezza della macchina cinematografica. Che attori poi! E che dialoghi!!

Un borghese piccolo piccolo (1977) Monicelli ha uno sguardo crudo e spietato che “trapassa” l’esistente. La sua vita (e la sua morte) ha sempre confermato la coerenza artistica di questo grande personaggio. Un film terribile che ha un gigante nel ruolo del protagonista: Alberto Sordi, trasfigurato, ma nella sua massima espressione.

Una giornata particolare (1977) Loren e Mastroianni, guidati da Scola, trasformano un dramma da camera in un affresco dell’Italia fascista, o meglio dell’italietta che sempre resiste e persiste, a dispetto di ogni evento storico. Una coppia unica nella cinematografia italiana. E un regista/sceneggiatore tra i più ispirati durante gli anni settanta.

Il sorpasso (1962) Risi e Monicelli condividevano la considerazione amara della nostra patria fatta più che da santi e navigatori, da furbetti ed imbroglioni. Qualcuno si riscatta in punto di morte. Qualcuno non impara mai. Ma com’è attuale la volgarità del personaggio di Gassman, com’è tenera ed indifesa quella di Trintignant. Tutto è corruzione e morte.

Divorzio all’italiana (1961) Dopo gli anni inseguiti ad apprendere modelli cinematografici, Germi trova il suo habitat nella commedia sarcastica, capace di individuare con acume, intelligenza ed asprezza i mali della nostra nazione. Non si salva nessuno, da nord a sud.

Ricomincio da tre (1981) Difficile metterlo alla pari con le altre nove pellicole citate. Il personaggio Troisi è stato certamente più dell’artista. Il film si caratterizza per l’intelligenza, l’ironia, ma certo non appare così “alto”. Il ricordo sopravanza le ragioni della classifica. Il film è, comunque, fresco ed originale. Si può anche dire bello, non è un’eresia.

La dolce vita (1960) Abbiamo già parlato del capolavoro di Fellini. Ricordiamo il successo planetario, gli incassi astronomici, la messe di premi in tutto il mondo, i neologismi (dolcevita e paparazzo sono usati in tutte le lingue del mondo), le polemiche politiche e religiose. Se poi ci aggiungiamo i numerosi tentativi di imitazione….

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