Gebo e l’ombra. Congedo di un gigante.

Il nostro parere

Gebo e l’ombra (2012) POR di Manoel De Oliveira

Si tratta dell’ultimo lungometraggio del più longevo regista della storia del cinema, morto pochi mesi fa a 107 anni di età. L’ultima sua fatica è stato un cortometraggio girato nel 2014, mentre nel film in questione aveva compiuto 102 anni.

Ispirato ad un’opera teatrale di Raul Brandao, ha un impianto decisamente teatrale con immagini fisse e dialoghi monotonici pronunciati con voluta piattezza, senza enfasi, senza alcun movimento. Per De Oliveira il cinema è sempre stato misterioso, lento, lontano da ogni forma di movimento, ma solo legato al tempo, alle parole e ai significati che dietro di esse si condensano e si nascondono. La vita grama di Gebo e la protezione che egli rivolge al figlio snaturato, capace solo di trascinare nel fango un’intera famiglia si conclude con l’accettazione di ogni colpa da parte del protagonista (interpretato da Michel Lonsdale), deciso a sacrificarsi per il bene di tutti.

Molto suggestiva la scelta cromatica dell’ambientazione. Bravi gli attori tra cui spicca la nostra Claudia Cardinale. E’ un film difficilissimo per il pubblico medio. La critica ha apprezzato ma non si può certo dire che il film è indimenticabile. Anzi.

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