Criminal (2016) USA di Ariel Vromen
Niente. Ci dobbiamo servire l’ennesima variazione del film d’azione con l’antieroe come protagonista. Qua, Kevin Costner (com’è dura ricostruirsi una carriera!) è un pazzo assassino cui viene trasferito il cervello dell’agente CIA Bill, ucciso da un cattivone che vuole distruggere il mondo. Si da il caso che Bill era un uomo dal cuore d’oro con annessa famiglia da Mulino Bianco e il trapianto dei suoi ricordi nella testa del mattoide funziona, tanto che da psicopatico si trasforma in una brava persona, naturalmente scannando mezzo mondo nel frattempo.
Non è difficile capire inizio, svolgimento e conclusione che sono gli stessi di tutti questi filmacci che vorrebbero essere d’azione, portatori sani di immanentismo filosofico, ma si trasformano rapidamente in polpettoni indigeribili, con trame assurde o surreali (dipende dalle trovate degli sceneggiatori) che devono portarci all’inevitabile finale. In sostanza, siamo alla frutta e all’ammazza caffè, una quasi totale perdita di tempo.