Che vuoi che sia. Follie precarie

Il nostro parere

Che vuoi che sia (2016) ITA di Edoardo Leo

Claudio e Anna continuano a rimandare il progetto di un figlio nell’attesa che la loro situazione economica migliori. Le loro speranze  sono riposte in una piattaforma web ideata da Claudio, ma il crowdfunding lanciato per svilupparla raccoglie 75 € invece dei 20 mila necessari. Una sera, ad una festa, complici alcol e delusione, Claudio registra un video che posta per scherzo. Poiché sul web alla fine quasi tutti si riducono a guardare scene di sesso, lancia una sfida al “popolo di Internet”: fare un’offerta per un video hard, girato con Anna nella loro camera da letto, da mettere online. E il popolo risponde raggiungendo i 250 mila €. Cosa fare?

Il caso Leo nel cinema italiano: regista con un certo fiuto per le tematiche di attualità, attore non particolarmente estroverso che itera sempre lo stesso identico personaggio, sceneggiatore con buone intuizioni e senso della battuta ma troppo autoreferenziale e buonista.

Le sue critiche alla società italiana hanno sempre un po’ del compiaciuto, occhieggia al pubblico cui rivolge sempre una critica garbata ma mai incisiva, spesso demagogica e facilona. Buttarla in vacca assolve il popolo che non si sente mai realmente messo in discussione; non vi è sfida ma solo la ramanzina innocua del buon parroco di campagna che manda sempre tutti assolti.

Difficile perciò parlare male dei film alla Leo ma impossibile parlarne bene. La confezione è gradevole ma la forma non diventa mai sostanza.

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