Attori italiani morti nel 2015

Un piccolo omaggio ai diversi attori italiani scomparsi l’anno scorso. Sono personaggi, talvolta umili, altre volte più dediti al teatro che sono passati sui nostri schermi. A tutti la nostra riconoscenza.

Manrico Gammarota (1955-2015) Fonda nel 1978 la compagnia teatrale “Giocateatro”, sciolta nel 1986, e con essa va in scena in molti teatri italiani ed europei. Dal 1987 inizia la sua attività di attore cinematografico. Ha partecipato a Libera di Pappi Corsicato, Sanguepazzo di Marco Tullio Giordana, Le acrobate di Silvio Soldini e Razza bastarda di Alessandro Gassman. Si è suicidato il 10 febbraio.

Silvio Spaccesi (1926-2015) Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica negli anni 50 entra a far parte della Compagnia di prosa di Radio Firenze per poi passare a quella di Roma. È noto per essere stato la voce di Yoda in Star Wars: Episodio V – L’Impero colpisce ancora e Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi. Ha partecipato a numerosi film negli anni ’70, soprattutto del genere “scollacciato”. Solidissimo e valido attore teatrale, per molti anni ha impersonato il padre di San Francesco d’Assisi nel musical Forza venite gente.

Ivo Garrani (1943-2015) Esordì sul palcoscenico nel 1943 dando inizio a una proficua carriera che lo portò a lavorare al fianco di Rina Morelli, Paolo Stoppa, Elsa Merlini, Gino Cervi, Andreina Pagnani, Giancarlo Sbragia, Valeria Valeri, Enrico Maria Salerno, Luigi Vannucchi, Sergio Fantoni. Significative le sue partecipazioni televisive. Grande popolarità gli venne offerta da L’isola del tesoro (1959), dove interpretava Long John Silver, e dal ruolo del padre di Giannino Stoppani nel celebre Giornalino di Gian Burrasca di Lina Wertmüller (1964); sempre per la TV dei ragazzi partecipò alla serie Jo Gaillard (1976). La sua carriera televisiva e cinematografica è proseguita ininterrotta tra gli anni sessanta-novanta. Al cinema nel 1963 ha interpretato Roberto Farinacci nel film di Carlo Lizzani Il processo di Verona, nel 1970 il Maresciallo Soult nel kolossal di Bondarčuk Waterloo, nel 1974 è stato nel cast di Bronte – Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato, diretto da Florestano Vancini. Importante la sua collaborazione con Marco Risi che lo ha voluto in Soldati (1987), Muro di gomma (1991) e Nel continente nero (1992).

Nando Gazzolo (1928-2015) Figlio dell’attore Lauro Gazzolo, debutta in teatro a vent’anni, nel 1948.Nel 1954 interpreta Orazio nell’Amleto. Oltre che nel teatro, dalla metà degli anni cinquanta lavora per il doppiaggio e negli anni seguenti intraprende una brillante carriera televisiva. Con la televisione conquista una più vasta popolarità legando il suo volto e la sua straordinaria voce all’interpretazione di numerosi sceneggiati quali Capitan Fracassa nel 1958, La cittadella nel 1964 e La fiera della vanità nel 1967, diretti da Anton Giulio Majano. L’esordio nel cinema è nel 1961 con il film storico Costantino il Grande, cui seguiranno altri ruoli cinematografici. Intenso è il lavoro nel doppiaggio cinematografico prestando la voce a interpreti prestigiosi tra i quali David Niven, Michael Caine, Frank Sinatra, Yul Brynner, Marlon Brando, Robert Duvall, Donald Sutherland, Laurence Olivier, Clint Eastwood e numerosissimi altri. Parallelamente al suo lavoro in televisione ha continuato a recitare in palcoscenico in un repertorio di teatro soprattutto classico, diretto da registi come Mario Ferrero, Dario Fo, Orazio Costa, Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi, Sandro Sequi.

Giacomo Furia (1925-2015) Fin da ragazzo frequenta l’ambiente teatrale dilettantistico napoletano. Dopo il diploma in ragioneria, comincia a frequentare casa De Filippo. Eduardo apprezzerà presto le sue qualità di attore e lo vorrà in compagnia. Esordisce al cinema nel 1947 sotto la regia di Mario Mattoli in Assunta Spina. Diviene in seguito efficace caratterista in numerose pellicole di Totò, insieme al quale recitò in 17 film. Tra centinaia di ruoli secondari, avrà il ruolo di vero protagonista solo in due film: L’oro di Napoli (1954, episodio Pizze a credito) in cui interpreta il personaggio di Rosario, ingenuo marito della bella pizzaiola Sophia Loren; La banda degli onesti (1956, regia di Camillo Mastrocinque), con Totò e Peppino De Filippo dove interpreta il pittore Cardone. Altre interpretazioni memorabili sono quelle ne Il medico dei pazzi (1954, Mario Mattòli) e Totò, Eva e il pennello proibito.

Luca De Filippo (1948-2015). Figlio di Eduardo, ha esordito a soli 8 anni accanto al padre, del quale ha raccolto l’eredità artistica; ha recitato sia nel repertorio paterno (Uomo e galantuomo, 1985; Questi fantasmi, 1992), sia in testi di E. Scarpetta (La donna è mobile, 1980; ‘O Scarfalietto, 1988), sia in testi di autori contemporanei come Tuttosà e Chebestia di C. Serreau (1992), L’amante di H. Pinter (1997), Il suicida di N. R. Erdman (1999), Aspettando Godot di S. Beckett (2000); a capo di una propria compagnia dal 1981, come regista ha diretto fra l’altro Il piacere dell’onestà di L. Pirandello (1990) e, ancora di Eduardo, Il contratto (1994) e Ditegli sempre di sì (1997). Poche ma sempre intense le partecipazioni cinematografiche, tra cui vanno citate quelle in Come te nessuno mai (1999) di Gabriele Muccino e Venuto al mondo (2012) di Sergio Castellitto.

Gabriele Ferzetti (1925-2015) Attivo dal 1948, si segnalò in teatro nel repertorio contemporaneo e si affermò nel cinema con personaggi sottilmente ambigui o comunque insicuri: il marito tradito da Gina Lollobrigida in La provinciale (1953) di Mario Soldati, i rarefatti ritratti dell’incomunicabilità e del disagio esistenziale nei due film di Michelangelo Antonioni Le amiche (1955) e L’avventura (1960), il ladro gentiluomo in Parola di ladro (1957) di Nanni Loy e Gianni Puccini, la rievocazione di un momento tragico dell’ultima guerra in La lunga notte del ’43 (1960) di Florestano Vancini. Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio del decennio successivo si segnala per la partecipazione ai film dei grandi registi del momento: A ciascuno il suo (1967) di Elio Petri; Grazie zia di Salvatore Samperi e C’era una volta il West di Sergio Leone, entrambi del 1968; Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani. Sempre alla fine degli anni ’60, a prova del riconoscimento del suo gran talento, anche a livello internazionale, fu scelto come interprete di Marc Ange Draco nel sesto film della celebre saga dedicata a James Bond, Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà, del 1969. Tra le sue ultime interpretazioni si ricordano Grog (1982) di Francesco Laudadio, Porzûs (1997) di Renzo Martinelli, Perduto amor (2003) di Franco Battiato.

Franco Interlenghi (1931-2015) Iniziò la carriera d’attore nel 1946, quindicenne, protagonista del film neorealista Sciuscià, di Vittorio De Sica. Con un volto di giovane bello e una recitazione intensa e pulita, fu interprete di molti film di Michelangelo Antonioni, Federico Fellini e Mauro Bolognini. Recitò in Don Camillo (1952) I vinti (1953), I vitelloni (1953), Giovani mariti (1958). Luchino Visconti lo diresse a teatro in Morte di un commesso viaggiatore. Interlenghi continuò una carriera dignitosa, ma non più di primo piano. Le sue interpretazioni diventarono sempre più caratterizzate, prestandosi a personaggi di secondo piano, ma dalla resa cinematografica molto efficace. Per un ricordo più completo leggere l’articolo scritto da Gianfranco Angelucci sul nostro sito. http://www.ifellini.com/interlenghi/

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