Aquaman e il regno perduto (2023) USA di James Wan
Aquaman prova ogni mezzo per salvare la città sottomarina di Atlantide e il resto del pianeta dall’imminente rovina. Per ridurre al minimo i danni, dovrà sforzarsi di stringere un’alleanza difficile con un improbabile alleato.
“Aquaman e il Regno Perduto” perde gran parte di ciò che aveva reso interessante il primo capitolo, offrendo un’alternativa che punta più sull’umorismo leggero e meno sulla profondità dei personaggi, richiamando alla mente il Thor meno serio degli ultimi film Marvel.
La trama risulta meno solida e più frammentaria rispetto alla prima avventura di Aquaman, con una maggiore enfasi sugli effetti visivi a scapito dello sviluppo dei personaggi o del loro mondo. L’azione è ininterrotta e le battaglie spettacolari si susseguono, ma alla lunga rischiano di diventare ripetitive e prive di vera innovazione.
Black Manta, che inizia con buone premesse, viene poi marginalizzato, e la dinamica tra Aquaman e suo fratello Orm, che avrebbe potuto offrire spunti comici interessanti, rimane appena accennata. I dialoghi, in molti casi, mancano di incisività, e la mancanza di profondità si riflette anche nei personaggi secondari, che sembrano solo comparse in un grande spettacolo visivo.
Il film non riesce a sfruttare appieno le potenzialità del suo universo. Alcune idee, come la fauna gigantesca o i richiami ai mondi epici tipo “Il Signore degli Anelli”, restano a metà strada, senza essere sviluppate fino in fondo. Anche i momenti di leggerezza, come il polpo che ricorda R2-D2 di “Star Wars”, sembrano più un riempitivo che una vera aggiunta al racconto.