10 Oscar alla carriera – 7 ed ultima parte

2005 Sidney Lumet (1924 -2011)  Attore, dopo la guerra comincia ad occuparsi di produzione e dirige alcuni spettacoli teatrali. All’inizio degli anni Cinquanta, è regista di famosi serial televisivi e nel 1957 realizza La parola ai giurati ottenendo una nomination all’Oscar per la miglior regia. Negli anni Sessanta, dirige film come Il lungo viaggio verso la notte (1962), A prova di errore (1964),  La collina del disonore (1965) e L’uomo del banco dei pegni (1965). Dopo Rapina record a New York (1971), realizza Serpico (1973), seguito da Riflessi in uno specchio scuro (1973), Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975), Il verdetto (1982). Nel 2008, a ben 84 anni, ha inchiodato il pubblico alla poltrona con Onora il padre e la madre, con Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke e Albert Finney.

2006 Robert Altman (1925 -2006)  Nel 1955 fu Alfred Hitchcock a dargli la prima vera occasione affidandogli la regia di un episodio della sua famosa serie televisiva. Dopo anni di  produzioni televisive (ricordiamo tra tutte Bonanza), nel 1969 ad Altman fu offerta la direzione di MASH (1970), che lo lanciò come autore di capolavori della storia del cinema, da Nashville (1975) a America Oggi (1983), fino a due piccoli gioielli come Gosford Park (2001) e Radio America (2006). Nel 2006, oltre sei mesi dopo aver ricevuto un tardivo oscar alla carriera, Altman è morto di cancro al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles.

2007 Ennio Morricone (1928) Nome tra i più leggendari della musica da film internazionale, all’età di 10 anni inizia a frequentare il Conservatorio di S.Cecilia. Nel 1955, dopo la nascita del figlio Marco, Morricone cerca lavoro per le necessità che incombono: viene assunto dalla Rai in qualità di assistente musicale, ma si licenzia il primo giorno. Continuerà comunque a collaborare come arrangiatore nei varietà televisivi. Nel 1961 nascono la figlia Alessandra e la sua prima prima colonna sonora per il film “Il federale” di Luciano Salce. Tre anni più tardi nasceranno il terzogenito Andrea e un sodalizio destinato a segnare un’epoca: la collaborazione con Sergio Leone e il suo cinema western (“Per un pugno di dollari” 1964 – “Il buono, il brutto e il cattivo” 1966) che gli darà grande fama. Con Sergio Leone firmerà anche “C’era una volta in America“.  Morricone firma poi decine di colonne sonore nel giro di pochi anni; oltre 400 in tutta la sua lunga e prestigiosa carriera, che l’ha visto collaborare con importanti registi italiani. Ne citiamo solo alcuni: Bernardo Bertolucci (“Prima della rivoluzione“, 1964), Marco Bellocchio (“I pugni in tasca“, 1965), De Seta (“Un uomo a metà“, 1966), Patroni Griffi (“Metti una sera a cena“, 1969), Pier Paolo Pasolini (“Uccellacci e uccellini“, 1966), Gillo Pontecorvo (“La battaglia di Algeri“, 1966), Carlo Lizzani (“Mussolini ultimo atto“, 1974) e Dario Argento. Oltre a numerosi registi internazionali; basti citare Brian De Palma e Oliver Stone. Negli anni ’90 Ennio Morricone ha ricevuto una serie infinita di riconoscimenti. Il Ministro francese della cultura Jack Lang gli ha conferito nel 1992 il titolo di Officier de l’Ordre des Arts ed des Lettres. Nel 1994 è stato il primo compositore non americano a ricevere il premio alla carriera dalla SPFM (Society for Preservation of Film Music).

2008 Robert F. Boyle (1909 – 2010) Boyle aveva cominciato a lavorare nel cinema all’inizio degli Anni ‘40, inaugurando una lunga collaborazione con il regista Alfred Hitchcock; proprio per il “maestro del brivido”, ha  realizzato le scenografie di classici come Intrigo internazionale (1959) e Gli uccelli (1963). Fra le altre pellicole a cui Boyle ha lavorato come scenografo ricordiamo anche Arrivano i russi, arrivano i russi (1966) e Il violinista sul tetto (1971), entrambi diretti da Norman Jewison.  Nell’arco di circa mezzo secolo di carriera, Robert F. Boyle aveva ricevuto quattro nomination all’Oscar; infine, nel 2008 era stato insignito del premio alla carriera. All’età di 98 anni, Boyle è diventato così il più anziano vincitore dell’Oscar nella storia del premio.


2010 Lauren Bacall (1924) Il suo vero nome è Betty Joan Weinstein Perske. Decide di frequentare l’Accademia d’arte drammatica e intanto lavora come modella indossatrice. La giovane Lauren Bacall viene notata dal regista Howard Hawks la fa debuttare nel 1944 con il film “Acque del Sud“. Sulle scene di “Acque del sud” incontra Humphrey Bogart e, nonostante l’attore avesse venticinque anni più di lei, ben presto tra loro nasce una storia d’amore. La coppia si unisce in matrimonio nel 1945: dal matrimonio nascono due figli, Stephen e Leslie. Bogart muore nel 1957; due anni più tardi Lauren Bacall lascia il cinema per dedicarsi al teatro che frequenterà per tutta la vita. Nel 1961 sposa l’attore Jason Robards, dal quale ha un figlio, Sam Robards. Tra i film ricordiamo “Assassinio sull’Orient Express” (1974) e “Appuntamento con la morte” (1988). Nel 1990 recita in “Misery non deve morire“. L’interpretazione nel film “L’amore ha due facce” (1996), per la regia di Barbra Streisand, le vale la sua prima e unica nomination all’Oscar, come attrice non protagonista. Con lo stesso film Lauren Bacall vince il Golden Globe. Nella filmografia recente di Lauren Bacall ricordiamo parti di rilievo nei film “Dogville” (2003) e “Manderlay” (2005), entrambi di Lars Von Trier.

2010 Roger Corman (1936) E’ senza ombra di dubbio una tra le più eclettiche figure legate al cinema americano. E’ conosciuto principalmente per i suoi film dal budget ridottissimo, dai quali però sapeva ricavare altissimi profitti, grazie all’ottima accoglienza riservata agli stravaganti temi trattati, per lo più a sfondo orrorifico. Parte dalla vera gavetta lavorando alla 20th Century Fox dapprima come tuttofare e quindi come lettore di sceneggiature: da questa attività alla stesura delle proprie sceneggiature il passo è breve e decisamente fortunato. Nel 1955 sceneggia e dirige il suo primo film, il western “Cinque colpi di pistola“. E’ un periodo estremamente entusiasmante nel quale, pur essendo in perenne scarsità di mezzi, dirige un film dopo l’altro. Tanto per fare un esempio, l’ormai celeberrima “La piccola bottega degli orrori“, girata nel 1960, venne girata nel tempo incredibile di due giorni e una notte. Convinto del fatto che dietro un buon film ci debba essere un solido soggetto si dedica a una serie di pellicole basate su racconti di Edgar Allan Poe, di cui riesce a dare versioni cinematografiche molto personali ed efficaci. giocando su una sottile ironia, come se il regista si divertisse ad inscenare l’orrore, scatenarlo e prendersene gioco. E’ la sua attività di produttore a rendergli i maggiori onori: sotto la sua supervisione debuttano futuri giganti della cinepresa come Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Curtis Hanson, Joe Dante, Ron Howard, Jonathan Demme.

2010 Gordon Willis (1931) Attivo principalmente dagli anni settanta e ottanta (la sua attività si è limitata a pochi titoli negli anni successivi), Willis è entrato nella storia del cinema americano per essere stato il direttore della fotografia della trilogia del Il Padrino di Francis Ford Coppola e per aver dato luci e ombre ad alcuni indimenticati capolavori di Woody Allen, come Io e Annie, Manhattan e Zelig. Due volte candidato all’Oscar (1984 e 1991), non si è mai aggiudicato la statuetta sebbene la critica gli avesse riconosciuto un ruolo decisivo nella realizzazione delle atmosfere dei suoi film.  A Willis va riconosciuta una capacità fuori dall’ordinario di filmare sequenze notturne o in penombra (è stato per questo soprannominato “The Prince of darkness”), che contribuiscono ad alimentare conflitti interiori dei protagonisti e situazioni di estrema suspense.

 

2011 Eli Wallach (1915) Dopo aver prestato servizio per cinque anni nel corpo medico dell’esercito durante la Seconda guerra mondiale, si laurea presso l’università del Texas ed inizia ad appassionarsi al teatro. Il debutto arriva all’età di trent’anni, nel 1945, a Broadway con lo spettacolo “Skydrift”. Nel 1951 si fa notare nel lavoro teatrale di Tennessee Williams “La rosa tatuata” ottenendo un Tony Award. Il debutto sul grande schermo arriva nel 1956; Tennesse Williams – sceneggiatore – vuole proprio Eli Wallach per “Baby Doll“, film di Elia Kazan. Interpreta Calvera, il bandito messicano, ne “I magnifici sette” (1960), poi per Wallach seguono film quali “La conquista del West” e “Gli spostati” (1961), “Il buono, il brutto e il cattivo” (1967, di Sergio Leone). Seguiranno poi lavori come “I quattro dell’Ave Maria” (1968), “Il cacciatore di taglie” (1979), “Il padrino. Parte terza” (1990), “Il grande inganno” (1990). Tra i suoi più recenti film ricordiamo una piccola parte in “Mystic River” (2003) di Clint Eastwood, che quasi quarant’anni prima era protagonista con lui ne “Il buono, il brutto e il cattivo”.

2011 Jean-Luc Godard (1930) Il suo cinema è considerato arte assoluta, poichè scardina le regole del cinema classico e rivoluziona completamente i tradizionali meccanismi di narrazione. Durante l’università, inizia a frequentare i cine club dove conosce Truffaut, Rivette e Rohmer. Nel 1952, collabora come critico con i Cahiers du cinéma. Il suo primo film risale al 1960 ed è il capolavoro che  segna l’inizio della Nouvelle Vague. Fino all’ultimo respiro (Orso d’Oro per la regia al Festival di Berlino) cambia profondamente le regole cinematografiche e influenza buona parte del cinema francese degli anni a venire. I suoi film successivi continuano a far discutere. I suoi film continuano a proporre, ossessivamente, lo stesso tema. Tutti si interrogano sul significato ultimo dell’opera cinematografica e mettono costantemente in discussione la funzione stessa del mezzo cinema. Ma la sua poetica cerca nuovi spunti di narrazione attraverso un continuo percorso di crescita. Nascono così Il disprezzo (1963) e nello stesso anno Ro.Go.Pa.G., film a episodi con Roberto Rossellini, Ugo Gregoretti e Pier Paolo Pasolini. Il 1965 è l’anno di un altro capolavoro, Il bandito delle undici, poema cinematografico sulla disperazione e il disorientamento il cui protagonista incarna e deforma i pensieri, i sogni, i desideri dello stesso Godard. Realizza nel 1967 La cinese, Premio Speciale della Giuria alla Mostra di Venezia, provocatorio esempio di cinema nel cinema con il ciak spesso in primo piano e le sequenze che inquadrano l’operatore. Nel 1968, con La gaia scienza, violenta critica alle istituzioni borghesi, esamina le possibilità rivoluzionarie del cinema e inaugura la sua fase ‘militante’, che si conclude con Crepa padrone, tutto va bene del 1972, analisi della classe intellettuale dopo le inevitabili delusioni del Sessantotto. Nel 1982 riceve a Venezia il Leone d’Oro alla carriera e l’anno successivo, sempre al Lido, ottiene il Leone d’Oro per il miglior film grazie a Prénom Carmen. Con il mistico Je vous salue, Marie (1984), viene accusato di blasfemia. Il suo ultimo film è The old place (2002).

 

2012 James Earl Jones (1931) Cresciuto dai nonni materni. attorno all’età di cinque anni sviluppò una forma di balbuzie grave e si rifiutava di parlare ad alta voce. Rimase muto volontariamente per otto anni, fino al raggiungimento della scuola superiore. Ha dichiarato di essere riuscito a superare il problema grazie a un insegnante, Donald Crouch, che scoprì di come James fosse dotato nello scrivere poesie e lo aiutò ad aprirsi dal suo silenzio. È famosissimo per la sua attività teatrale e per aver doppiato la voce di Darth Vader nei film della saga di Guerre stellari. È inoltre famoso per i ruoli di Thulsa Doom in Conan il barbaro, del re di Zamunda ne Il principe cerca moglie e di Terence Mann ne L’uomo dei sogni.

 

 

 

 

 

 

 

 

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