10 attori morti nel 2021

Kunie Tanaka (1932) Interprete di oltre 250 tra film e fiction nel corso della sua lunga carriera. Ha girato film con Nagisa Oshima, Akira Kurosawa, Kobayashi. Tra i film di Kurosawa va ricordato Sanjuro.

 

Ed Asner (1929) Divenne noto soprattutto per il ruolo di Lou Grant nella serie televisiva omonima grazie al quale vinse più volte il Golden Globe e l’ Emmy Awards negli anni 70. Recitò anche nella serie Radici e svolse attività di doppiatore, dando la voce a J. Jonah Jameson nella serie animata Spider-Man – L’Uomo Ragno (1990), Hudson in Gargoyles, Jabba the Hutt nella versione radio di Star Wars. Nel 2002 fu protagonista della miniserie Papa Giovanni, in cui ha interpretato il papa da anziano. Nel 2009 si è cimentato un’altra volta nel doppiaggio, per il film Up, prestando la sua voce a Carl Fredricksen. Politicamente orientato a sinistra, era membro dei Socialisti Democratici Americani e fu presidente della Screen Actors Guild, opponendosi alla condotta degli Stati Uniti in America Centrale. Ha recitato in diversi film, tra gli altri: El Dorado, Omicidio al neon per l’ispettore Tibbs, Bronx 41 distretto di polizia, JFK un caso ancora aperto.

Dean Stockwell (1936) Esordisce a 7 anni, spaziando dal musical Due marinai e una ragazza (1945), con Frank Sinatra e Gene Kelly, al melodramma come La valle del destino (1945). Dopo il primo ruolo importante in Anni verdi (1946), l’anno successivo interpreta Barriera invisibile (1947). Il grande successo arriva con tre film successivi, in cui è promosso protagonista: Il ragazzo dai capelli verdi (1948), Il giardino segreto (1949) e Kim (1950). Nel 1951 si conclude la sua esperienza di attore bambino. Si allontana dal grande schermo in cui ritorna adulto per un ruolo da protagonista in Frenesia del delitto (1959). Per questo ruolo vincerà al Festival di Cannes il premio come miglior attore ex aequo con Bradford Dillman e Orson Welles. Bisserà il premio nel 1962, grazie all’interpretazione in Il lungo viaggio verso la notte di Lumet (insieme a Jason Robards e Ralph Richardson), divenendo il primo attore a vincere più volte il prestigioso riconoscimento. Affermatosi come attore non protagonista, vive il periodo più fortunato negli anni 80, grazie a convincenti interpretazioni in Dune (1984), Paris, Texas (1984), Velluto blu (1986), Giardini di pietra (1987), Tucker – Un uomo e il suo sogno (1988), Una vedova allegra… ma non troppo (1988), grazie al quale ottiene una candidatura all’Oscar quale miglior attore non protagonista, e I protagonisti (1992) di Altman. L’attore conquista popolarità presso il pubblico televisivo dal 1989, grazie al personaggio di Al nella serie tv In viaggio nel tempo. Negli anni 90 alterna lavori cinematografici con ruoli da guest star in svariate produzioni televisive.

Ned Beatty (1937) Dopo una carriera in teatro, nel 1972 debuttò nel cinema con il film Un tranquillo weekend di paura di John Boorman, affiancando Jon Voight e Burt Reynolds. Inconfondibile volto di caratterista nel cinema americano (soprattutto degli anni settanta) e molto attivo anche in televisione, Ned Beatty fu candidato all’Oscar al miglior attore non protagonista per Quinto potere (1976) di Sidney Lumet. Tra le altre sue innumerevoli interpretazioni, sono da ricordare quelle in Superman (1978) di Richard Donner e in 1941 – Allarme a Hollywood (1979) di Steven Spielberg. Ha girato film con Pakula (Tutti gli uomini del presidente) Altman (Nashville e La fortuna di Cookie), Spike Lee (He got game).

Hal Holbrook (1925) La sua carriera di attore iniziò nel 1950 a Broadway con il monologo di sua creazione su Mark Twain, grazie al quale iniziò a ottenere i primi riconoscimenti. Nel 1966 vinse un Tony Award e nel 1967 il Mark Twain Tonight, trasmesso dalla CBS, regalò a Holbrook una fama maggiore e gli valse un Emmy Award. Oltre a queste produzioni, partecipò a diversi programmi, spaziando dalle soap-opera alle miniserie televisive, ai film per la televisione (tra i quali si ricorda il personaggio di Bill McKenzie nella serie Perry Mason Mistery) ai film di grande successo come Tutti gli uomini del presidente (1976), Wall Street (1987), Il socio (1993) e Men of Honor – L’onore degli uomini (2000). Nel 2008 è stato candidato all’Oscar al miglior attore non protagonista per la sua interpretazione in Into the Wild – Nelle terre selvagge (2007).

Charles Grodin (1935) Nel 1965, iniziò a lavorare come assistente del regista Gene Saks. Durante gli anni 60 apparve in numerose serie televisive e interpreta il film horror Rosemary’s Baby (1968). Inoltre, in questi anni, scrisse e diresse tre commedie. Dopo Comma 22 (1970), nel 1972 venne scelto per il ruolo di protagonista del film Il rompicuori, che gli assicurò una certa popolarità. Durante gli anni 70, recitò in vari film degni di nota, fra i quali la versione del 1976 del film King Kong e Il paradiso può attendere (1978). Negli anni 80 fece parte del cast di diversi film, come Bastano tre per fare una coppia (1980) e Prima di mezzanotte (1988), in cui recitò al fianco di Robert De Niro. La sua carriera toccò l’apice tra il 1992 e il 1993, anni in cui interpretò la serie di film Beethoven. E’ stato anche commentatore politico per 60 Minutes II, a partire dal 2000, e ha condotto uno show, intitolato The Charles Grodin Show, dal 1995 al 1998. E’ morto il 18 maggio 2021 ad 86 anni a causa di un cancro al midollo osseo.

Norman Lloyd (1914) Sul grande schermo per oltre settant’anni, Lloyd esordì nel 1939 in The Streets of New York. Apparve successivamente negli anni quaranta in Sabotatori (1942) di Alfred Hitchcock, nel ruolo di una spia nazista, Gli ammutinati di Sing Sing (1945), Salerno, ora X (1945) e Il regno del terrore (1949), a fianco di Robert Cummings. Durante gli anni cinquanta lavorò molto in televisione. In particolare, si ricordano le sue interpretazioni di villain in alcuni episodi della serie Alfred Hitchcock presenta e le sue apparizioni in numerose serie televisive negli anni settanta e ottanta, come Quincy, Star Trek: The Next Generation e La signora in giallo. Svolse con successo anche attività di regista e produttore. Nel 1989 interpretò uno dei ruoli più importanti della sua carriera, quello del preside in L’attimo fuggente accanto a Robin Williams. Fu poi uno dei protagonisti dei telefilm Seven Days (1998-2001) e The Practice – Professione avvocati (1997-2003). Nel 2015 l’ultimo lavoro: Un disastro di ragazza di Judd Apatow.

Dilip Kumar (1922) Tra i personaggi più famosi della storia del cinema indiano, iniziò la sua carriera nel 1944 e apparve in numerosissimi film di Bollywood. Considerato uno dei più importanti e famosi del cinema di Bollywood, fu uno dei primi “method actor” in India, cioè un attore che cerca di entrare il più possibile nel personaggio che deve interpretare, e per questo era soprannominato “il re della tragedia”. Il suo vero nome era Yusuf Khan e nella sua lunga carriera durata più di cinquant’anni aveva ricevuto numerosissimi riconoscimenti; negli ultimi vent’anni si era occupato anche di politica. Era apprezzato per la capacità di spaziare tra i diversi generi cinematografici. Non a caso, ha recitato in commedie, opere drammatiche, film romantici e altre tipologie. Tra i suoi film più famosi ci sono: Aan, Daag, Devdas, Madhumati, Azaad, Mughal-e-Azam, Gunga Jamuna, Kranti, Karma e Ram Aur Shyam. Kumar, inoltre, è anche l’unico attore indiano ad aver ricevuto il Nishan-e-Imtiaz, ovvero il più alto riconoscimento civile pakistano.

Jean Pierre Bacri (1951) Di origine ebraica algerina, è stato sposato dal 1983 al 2012 con l’attrice, sceneggiatrice e regista Agnès Jaoui, con la quale ha scritto e interpretato i cinque film da lei diretti, Il gusto degli altri (2000), Così fan tutti (2004), Parlez-moi de la pluie (2008), Quando meno te l’aspetti (2013) e Place publique (2018). Tra gli altri film da lui interpretati, da ricordare Prestami il rossetto (1983), Place Vendôme (1998) e C’est la vie – Prendila come viene (2017). Ha ottenuto quattro volte il César per la miglior sceneggiatura originale, una volta come miglior attore non protagonista ed è stato candidato sei volte per il César come migliore attore.

Christopher Plummer (1929) Ha intrapreso la carriera di attore facendo parte per anni della compagnia Canadian Repertory Theatre (Ottawa), prima di approdare a Broadway. Qui il suo talento gli ha garantito fama e riconoscimenti quali il Tony Award per il Musical Cyrano. L’esordio nel cinema risale al 1958 con Stage struck (Fascino del palcoscenico). La carriera (soprattutto teatrale e cinematografica) è costellata di grandi successi; tra questi si ricordano The sound of music (Tutti insieme appassionatamente, musical del 1965), The return of the pink panther (1975, La pantera rosa colpisce ancora), The boy in blue (1986, Nato per vincere), Malcolm X (1992) e American tragedy (2000, che gli è valso una nomination ai Golden Globe Awards). Dopo The imaginarium of Doctor Parnassus (2009, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo), è tornato nelle sale con The last station (2010, candidato all’Oscar come migliore attore protagonista), The girl with the dragon tattoo (2011, Millennium – Gli uomini che odiano le donne, adattamento diretto da D. Fincher), Elsa & Fred (2014), Remember (2015), The man who invented Christmas (2017), All the money in the world (2017), The last full measure(Era mio figlio, 2020). Nel 2012 ha vinto il SAG Award e il Premio Oscar come migliore attore non protagonista per l’interpretazione nel film Beginners del 2010.

 

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