10 attori italiani morti nel 2021

10. Gianni Nazzaro (1948) Cantante molto affermato fine anni sessanta ed inizio settanta è stato protagonista di due musicarelli prima di passare alla televisione dove ha conosciuto una momentanea popolarità. E’ stato stroncato da un tumore.

9. Gianfranco D’Angelo (1936) Comico, cabarettista, conduttore di programmi di grandissimo successo televisivo, ha avuto molto meno fortuna al cinema dove ha ricoperto il ruolo di caratterista in molte commedie scollacciate negli anni settanta. La sua fama è legata agli anni ottanta quando è passato in televisione diventando il nome di punta di programmi cult come La sberla, Drive In, Striscia la notizia. E’ morto dopo una breve malattia.

8. Claudio Sorrentino (1945) Poco conosciuto come volto, forse, ma la sua voce è stampata perfettamente nella memoria degli italiani. A parte, infatti, la partecipazione a Masoch di Franco Brogi Taviani, il cinema gli deve tanto perchè è stato uno dei migliori doppiatori in assoluto. Fin da bambino ha dato la sua voce a personaggi che sono entrati nell’immaginario collettivo come Mel Gibson, John Travolta, il Richie Cunningham di Happy Days, Bruce Willis in Die Hard, Willem Dafoe in L’ultima tentazione di Cristo, e anche a Ryan O’Neal in Love Story. Tra gli altri attori, ha doppiato anche Jeff Bridges, Mickey Rourke, Geoffrey Rush, Gérard Depardieu, Daniel Day-Lewis e Russell Crowe. Il Covid non gli ha lasciato scampo.

7. Silvio Laurenzi (1936) Iniziò la propria carriera nel cinema nella prima metà degli anni sessanta in qualità di attore, attività che intorno alla prima metà del decennio successivo cominciò ad alternare con quella di costumista di scena, che col tempo divenne poi la sua effettiva professione, specie nel filone della commedia sexy all’italiana. Ciò nonostante, continuò a interpretare sporadicamente alcuni piccoli ruoli come La patata bollente (1979) e Mi faccia causa (1984).

6. Antonio Sabato (1943) Il Covid ha mietuto tra le sue vittime anche l’attore italoamericano. Esordì sul grande schermo in Grand Prix, film di John Frankenheimer del 1966. È noto soprattutto per aver interpretato molti film del genere Spaghetti western e poliziottesco. Nel 1984 si trasferì negli Stati Uniti, a Los Angeles. Dopo ruoli di scarso rilievo sul grande schermo, preferì partecipare a varie produzioni televisive.

5. Nino Castelnuovo (1936) Allievo del Piccolo Teatro di Strehler, inizia a lavorare per la televisione nel 1957. Esordisce al cinema in Un maledetto imbroglio (1959) di Germi e prosegue interpretando ruoli in pellicole come Il gobbo e Rocco e i suoi fratelli. L’occasione arriva con il musical Les Parapluies de Cherbourg (1964) di Jacques Demy, un film interamente cantato, in cui interpreta il protagonista accanto a Catherine Deneuve. Il film vince la Palma d’oro a Cannes, ma passa quasi inosservato in Italia. Qualche anno più tardi, diverrà uno degli attori più popolari in Italia grazie al ruolo di Renzo nella riduzione televisiva di I promessi sposi, nel 1967. Ha preso parte a numerosi sceneggiati tra cui Ritratto di donna velata (1974). Recita anche ne Il paziente inglese (1996). Ormai ipovedente, muore dopo una lunga malattia.

4. Renato Scarpa (1939) Dagli anni sessanta si è imposto come caratterista di ottimo livello. Attore prediletto di De Crescenzo, Nichetti, Troisi e altri, lavorò in numerose serie televisive. Fu interprete in Nel nome del padre (1972) di Bellocchio, Giordano Bruno di Montaldo (1973), Suspiria (1977) di Argento, Un sacco bello (1980), Ricomincio da tre (1981) di Massimo Troisi, Il postino (1994) di Radford, Ad ovest di Paperino (1982) di Benvenuti, Così parlò Bellavista (1984) e in Il mistero di Bellavista (1985), entrambi di Luciano De Crescenzo, Stefano Quantestorie (1993) di Nichetti, La stanza del figlio (2001) e Habemus Papam di Nanni Moretti (2011). Dagli anni ottanta alternò con successo gli impegni cinematografici a quelli televisivi. È morto per un malore improvviso nella sua casa di Roma.

3. Franco Graziosi (1929) Grande attore teatrale, dopo il diploma d’attore all’Accademia nazionale d’arte drammatica, conseguito nel 1953, inizia la sua carriera nella compagnia del Piccolo Teatro di Milano, dove partecipa, nei quattro decenni successivi, a circa cinquanta spettacoli, la maggior parte dei quali sotto la direzione di Giorgio Strehler. Al cinema ha preso parte a film come Uomini contro di Francesco Rosi, Giù la testa di Sergio Leone e La grande bellezza di Paolo Sorrentino, quest’ultimo vincitore del Premio Oscar 2014 come miglior film straniero.

2. Libero De Rienzo (1977) Appassionatosi alla recitazione seguendo il padre, aiuto regista di Citto Maselli, debutta nel mondo della recitazione nel 1996, frequentando il gruppo catalano La Fura dels Baus. Esordì sul grande schermo nel 1999 con Asini, diretto da Antonello Grimaldi. Il successo arrivò più tardi con la partecipazione in due film di Marco Ponti: Santa Maradona (2001), grazie al quale vinse il David di Donatello 2002 come miglior attore non protagonista), e A/R Andata + Ritorno (2004). Della pellicola Sangue – La morte non esiste (2006) fu anche sceneggiatore e regista, vincendo alcuni premi cinematografici, tra cui il Ciak d’oro. Lavorò anche in alcune produzioni televisive, tra cui Nassiriya – Per non dimenticare (2007) e Aldo Moro – Il presidente (2008). Nel 2009 tornò sul grande schermo con Fortapàsc di Marco Risi, film su Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra. Dopo aver recitato in La kryptonite nella borsa (2011) di Ivan Cotroneo, tra il 2014 e il 2017 fu tra i protagonisti della trilogia di Smetto quando voglio diretta da Sydney Sibilia. L’interpretazione nel primo film della trilogia nel 2014 gli valse una seconda candidatura ai David di Donatello come miglior attore non protagonista. Considerato uno dei maggiori talenti del cinema italiano della sua generazione, l’attore napoletano è morto improvvisamente stroncato da un infarto all’età di soli 44 anni a causa di una overdose.

1.Elio Pandolfi (1926) Personaggio poliedrico e artista di livello, si è diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma. Lavorò con Orazio Costa al Piccolo Teatro di Roma, alla radio nel 1949 per poi partecipare a trasmissioni di rivista nonché allo spettacolo L’impresario delle Smirne di Luchino Visconti. Negli anni ’60 prese parte con Dino Verde a numerose trasmissioni radiofoniche di varietà. Come doppiatore Pandolfi prestò la voce ad attori come Donald Pleasence e Philippe Noiret, Joel Grey in Cabaret (1972) e Christopher Lloyd in La famiglia Addams (1991) e La famiglia Addams 2 (1993), nonché Groucho Marx e Spencer Tracy. Doppiò anche Stanlio della coppia Laurel & Hardy, assieme a Pino Locchi che impersonava Ollio, in alcuni ridoppiaggi. Nel campo dell’animazione doppiò il personaggio di Le Tont nel disneyano La bella e la bestia (1991). Per Carosello prestò la voce a una serie di personaggi animati. Lavorò anche per il cinema e per la televisione, partecipando a varietà e sceneggiati. Nel cinema ha recitato in film di Pasquale Festa Campanile, Mario Mattoli, Camillo Mastrocinque, Bruno Corbucci, Lina Wertmuller.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email