Nel 2023 diverse sono state le perdite che il nostro cinema ha dovuto accettare tra uomini e donne che hanno fatto la storia del mondo della celluloide. Nonostante sia irrituale, questo piccolo omaggio inizia e si conclude con attori che italiani non sono ma che hanno praticamente vissuto il cinema italiano nella sua dimensione complessiva. L’unica assenza vera riguarda Gina Lollobrigida che ritroveremo nelle attrici scomparse di tutto il mondo perchè Gina è stata una star internazionale. L’Italia le era troppo stretta.
10. Hristo Jivkov (Sofia, 18 febbraio 1975 – Los Angeles, 31 marzo 2023) era bulgaro ma tutta la sua carriera significativa è stata in Italia dove ha partecipato a Il mestiere delle armi di Olmi, che lo ha rivelato nel 2000, per collaborare poi con Costanzo, Puglielli, Salvatores, Zaccaro, Martinelli e i Fratelli Taviani, senza dimenticare l’apparizione in La passione di Cristo di Gibson, girato interamente tra i sassi di Matera. Un tumore l’ha stroncato a soli 48 anni.
9. Giovanni Lombardo Radice noto anche con lo pseudonimo di John Morghen (Roma, 23 settembre 1954 – Roma, 27 aprile 2023) Figlio del matematico Lucio e fratello dello psichiatra e scrittore Marco, nipote di Pietro Ingrao, fu uno dei volti cardine del cinema horror italiano, nonché un attore e regista teatrale. Interpretò film culto come Apocalypse domani, La casa sperduta nel parco, Paura nella città dei morti viventi e Cannibal Ferox. Ebbe anche una piccola parte in Gangs of New York, di Martin Scorsese.
8. Sebastiano Lo Monaco (Floridia, 18 settembre 1958 – Roma, 16 dicembre 2023) Diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica, ha lavorato in teatro con Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Adriana Asti, Annamaria Guarnieri e Giustino Durano. Ha prodotto spettacoli scritturando attrici come Paola Borboni e Alida Valli e registi come Giuseppe Patroni Griffi e Mauro Bolognini. Ha recitato in alcuni film tra i quali Festa di laurea di Pupi Avati (1985), I Viceré di Roberto Faenza (2007), Dove siete? Io sono qui di Liliana Cavani (1993) e Body Guards – Guardie del corpo di Neri Parenti (2000). In televisione è stato tra gli interpreti de La piovra 9. È morto dopo una lunga malattia.
7. Sergio Solli (Napoli, 19 novembre 1944 – Agerola, 3 febbraio 2023) Originario dei Quartieri Spagnoli, lavorò come parrucchiere, prima di entrare nella compagnia di Eduardo De Filippo, che gli affidò ruoli in molte opere A partire dagli anni ottanta interpretò svariati film (venendo diretto spesso da Luciano De Crescenzo) e diverse serie televisive. Tra i suoi film Morte di un matematico napoletano, Io speriamo che me la cavo, Il postino, L’aria salata, To Rome with love, Smetto quando voglio, Romanzo di una strage.
6. Nico Cirasola (Gravina in Puglia, 27 maggio 1951 – Roma, 3 aprile 2023) Debuttò a 38 anni, accanto a Renzo Arbore, in Odore di pioggia (1989). Continuò poi ad abbinare regia e interpretazione in Corsica (1991) e in Da do da (che in dialetto barese significa “da qua a là”, 1994). Recitò, quindi, nel 1995 in due film: in Un altro giorno ancora interpretò un portiere d’albergo e ne L’estate di Bobby Charlton ebbe il ruolo di un cameriere. Nel 2000 fu l’interprete di Sangue vivo. Dopo queste esperienze, decise di ritornare alla regia con Albania blues (2000), poi con Bell’epoker (2003–2004) e infine con Focaccia blues (2009).
5. Anna Maria Kanakis (Messina, 1º febbraio 1962 – Roma, 19 novembre 2023) A 15 anni viene eletta Miss Italia. Dopo aver lavorato come modella, debutta nel cinema nel 1980 nel film Zucchero, miele e peperoncino, di Sergio Martino. Seguono altri piccoli ruoli in commedie quali: Attila flagello di Dio (1982), Acapulco, prima spiaggia a sinistra (1983), Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio (1983) e Segni particolari: bellissimo (1983). Nel 1988 recita, per la regia di Luigi Magni, nella pellicola a tema “risorgimentale” ‘o Re. Lo stesso anno segue L’avaro, diretto da Tonino Cervi. Nel 1989 avviene il passaggio alla fiction televisiva, grazie alla miniserie Oceano, di Ruggero Deodato. A questa fanno seguito altre miniserie come La primavera di Michelangelo (1990), E Caterina… regnò (1991), Vento di ponente (2002-2004). Nel 2007 abbandona la carriera di attrice. Muore a causa di un tumore, diagnosticatole appena sette mesi prima.
4. Luisita Barzizza, detta Isa (Sanremo, 22 novembre 1929 – Palau, 28 maggio 2023) Figlia del direttore d’orchestra Pippo Barzizza iniziò a partecipare a rappresentazioni teatrali vicino ad attori come Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Fu Erminio Macario che la lanciò nel mondo del teatro; dotata di un fisico avvenente e di una spigliata ironia, divenne presto una delle beniamine del teatro leggero e musicale del dopoguerra italiano. Il suo secondo padrino fu Totò, da cui imparò tutti i segreti del mestiere. La Barzizza con Totò debuttò anche al cinema nel film I due orfanelli del 1947 e realizzò con lui 10 film. La sua filmografia conta nel complesso una trentina di pellicole in ruoli per lo più secondari, come spalla dei comici maschili. Nel 1960, a soli 31 anni, decise d’interrompere la carriera in seguito alla morte del marito, il regista televisivo Carlo Alberto Chiesa, per un incidente stradale. Per alcuni anni si dedicò totalmente all’unica figlia. Tornò a teatro solo nei primi anni novanta. Nello stesso periodo riprese a lavorare anche al cinema apparendo in film come Una sconfinata giovinezza (2010), Studio illegale (2013) e Indovina chi viene a Natale (2013).
3. Antonella Lualdi, pseudonimo di Antonietta De Pascale (Beirut, 6 luglio 1931 – Roma, 10 agosto 2023) Dopo una gavetta teatrale apparve, all’età di 19 anni, nel film musicale Signorinella (1949); di seguito, nel 1950, fu scritturata per la pellicola Canzoni per le strade, durante la cui lavorazione conobbe il futuro marito, l’attore Franco Interlenghi. Venne considerata subito una star al pari di Lucia Bosè e Gina Lollobrigida; negli anni cinquanta ottenne vari successi come Miracolo a Viggiù (1951) di Luigi Giachino, Ha fatto 13 (1951) di Carlo Manzoni, La cieca di Sorrento (1953) di Giacomo Gentilomo, È arrivato l’accordatore (1952) di Duilio Coletti, Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada, Il più comico spettacolo del mondo (1953) di Mario Mattoli, Gli innamorati (1955) di Mauro Bolognini, Padri e figli (1957) di Mario Monicelli e Giovani mariti (1958) di Mauro Bolognini, I delfini (1960) di Francesco Maselli, Appuntamento a Ischia (1960) di Mario Mattoli, Il disordine (1962) di Franco Brusati, Gli imbroglioni (1963) di Lucio Fulci, Se permettete parliamo di donne di Ettore Scola (1964), accanto a Vittorio Gassman. In seguito l’attrice ottenne solo piccole parti in film dal valore diseguale. Dal 1992 ebbe un ritorno di popolarità recitando nella serie televisiva francese Il commissario Cordier.
2. Ivano Marescotti (Bagnacavallo, 4 febbraio 1946 – Ravenna, 26 marzo 2023) Dopo aver lavorato per dieci anni all’ufficio urbanistica del comune di Ravenna si licenzia ed intraprende l’attività teatrale. Lavora fra gli altri con Leo de Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Giampiero Solari, Giorgio Albertazzi, Marco Martinelli. L’esordio al cinema è datato 1989, con una piccola parte nel film La cintura. Nello stesso anno l’incontro con Silvio Soldini e la partecipazione al film L’aria serena dell’ovest lo convince a dedicarsi prevalentemente al cinema. Interpreta oltre cinquanta film, lavorando con registi quali Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley), Ridley Scott e Roberto Benigni (Johnny Stecchino e Il mostro), nonché Marco Risi (Il muro di gomma), Pupi Avati, Sandro Baldoni, Maurizio Nichetti (Luna e l’altra), Carlo Mazzacurati in diverse occasioni, Lucio Pellegrini, Gabriele Muccino, Antonello Grimaldi e Klaus Maria Brandauer. La sua attività cinematografica gli frutta 6 candidature al Nastro d’argento, che vince nel 2004 per l’interpretazione nel cortometraggio Assicurazione sulla vita di Tommaso Cariboni e Augusto Modigliani. Nel 2008 partecipa alla fiction I liceali per Mediaset e in Albakiara. Nel 2009 partecipa al film Cado dalle nubi con Checco Zalone. Col comico e cantante pugliese reciterà ancora nel film Che bella giornata, nel 2011
1.Helmut Berger, pseudonimo di Helmut Steinberger (Bad Ischl, 29 maggio 1944 – Salisburgo, 18 maggio 2023) All’età di 18 anni si trasferì a Londra, dove si mantenneposando come modello, prendendo nel frattempo lezioni di recitazione. Si trasferì quindi in Italia, a Roma, lavorò come modello e assistente cinematografico. Nel 1964, durante le riprese del film Vaghe stelle dell’Orsa…, incontrò il regista Luchino Visconti, evento che rappresentò il punto di svolta per la sua vita: tra i due cominciò una relazione che avrà termine solo con la morte del regista. Diretto da Visconti, Berger affrontò il suo primo ruolo da attore nell’episodio La strega bruciata viva del film Le streghe (1967). Il successo giunse con La caduta degli dei (1969), diretto nuovamente da Visconti. Il regista gli farà poi interpretare il ruolo del sovrano Ludovico II di Baviera nel film Ludwig (1973), nonché quello di Konrad in Gruppo di famiglia in un interno (1974). Berger lavorò anche con Vittorio De Sica in Il giardino dei Finzi Contini (1970) e, sempre nel 1972, con Nelo Risi ne La colonna infame. Nel 1975 fu il protagonista maschile di Salon Kitty di Tinto Brass, e l’anno dopo del film Una romantica donna inglese (1976), diretto da Joseph Losey. Dopo la scomparsa di Visconti nel 1976, Berger entrò in un periodo di forte depressione (dichiarò di “essere divenuto vedovo a soli 32 anni”) che, unitamente agli eccessi di una vita sregolata, lo costrinse a più di una sosta forzata, la prima nel 1977, quando rischiò di morire per eccesso di stupefacenti. L’attore dovette affrontare sia la crisi cinematografica italiana sia il proprio precoce declino fisico, e la mancanza di scritture lo costrinse a dirigere il suo percorso lavorativo al piccolo schermo e a film di poco rilievo. Durante gli anni ottanta partecipò alla serie tv Dynasty, e al film di guerra Cold Name: Emerald, per poi tornare in Italia nel 1989 e impersonare Egidio nello sceneggiato tv i Promessi Sposi. Nel 1990 Francis Ford Coppola lo scritturò per Il Padrino III. Ma fu un’importante collaborazione musicale a riportare Berger alla notorietà nel 1992: egli lavorò infatti, con Madonna nel controverso video musicale di Erotica. Nel 1993 ritrovò dopo molti anni un ruolo da protagonista nel film tedesco Ludwig 1881, interpretando ancora il personaggio di Ludovico II. In seguito partecipò da protagonista al film drammatico Blutsfreundschaft (2009), presentato nel 2010 al Festival del Cinema di Berlino. Nel 2013 tornò al cinema con il film Il violinista del diavolo di Bernard Rose, mentre nel 2014 fece parte del cast del film francese Saint Laurent, del regista Bertrand Bonello. Berger, che parlava tedesco, francese, inglese e italiano, era apertamente bisessuale