Wall Street. Il denaro non muore mai. Inferiore alle attese

Il nostro parere

Wall street. Il denaro non muore mai (2010) USA di Oliver Stone

Oliver Stone ritorna nel mondo della finanza riproponendo Gordon Gekko, ora uscito dal carcere e di nuovo pronto a fare affari. La prigione sembra averlo rinsavito. Inoltre, vuole riallacciare il rapporto con la figlia, persa di vista quando è stata incarcerato. Il fidanzato di lei, Jafob, è un broker e diventa l’occasione per Gekko di tornare nel grande giro.

Dopo oltre vent’anni Stone ritorna a parlare di finanza, all’indomani della crisi di Wall Street che ha impoverito milioni di americani. E ritorna per fare un quadro ancora più pessimista, negativo degli squali di Wall street. Dopo vent’anni Gekko è ancora uguale ma è circondato da decine e decine di personaggi identici se non peggiori. Bud Fox, che vent’anni prima lo aveva portato in carcere, non è altro che il doppione del Gekko che aveva cercato di affondare.

Non ci sono personaggi positivi, solo uomini desiderosi di potere e denaro che, senza alcun scrupolo, giocano con la pelle del popolo, della massa che abbruttita e alienata si batte per pochi dollari, mentre i milionari li utilizzano solo per soddisfare il proprio ego, commisurato alla ricchezza estrema.

A dispetto dell’originale questo Wall street non offre spiragli di speranza, non crede in una redenzione del sistema. Questa suo sano realismo non è supportato da personaggi convincenti. Gekko è ammorbidito, invecchiato ma anche meno graffiante, esplosivo. Anche Jacob ha una percentuale idealista che fa un po’ sorridere, pensando a che tipo di lavoro svolge.

Se il primo film univa alla denuncia sociale una sceneggiatura incalzante ed una ispirata vena registica, qua siamo alla registrazione dell’accaduto, alla gestione di un intreccio che vuole dimostrare il cotè negativo dell’esistenza ma con poco mordente.

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