Una donna sposata. Godard e il mondo femminile.

Il nostro parere

Una donna sposata (1964) FRA

Per fare una corretta analisi critica è necessario contestualizzare l’opera che si visiona, considerando il linguaggio dell’epoca, il momento storico, il significato che un’opera si propone di trasmettere. Se non si parte da questo punto di vista, è difficile appassionarsi al film di Godard che mostra tutti i suoi 50 anni, risultando ostico a chi si avvicina al cinema senza un’adeguata conoscenza.

Godard è stato grande perché ha spezzato il linguaggio cinematografico, esplorando in mille direzioni. Non è stato l’unico e probabilmente (a dispetto di molte opinioni) non è stato il più grande, ma negare l’importanza del suo ruolo è da ignoranti e analfabeti del cinema. Quindi, anche questo film, non il suo migliore, è da apprezzare per lo sguardo sociologico con cui il regista riassume e racconta la condizione femminile nel mondo borghese di inizi anni ’60.

Lo fa narrando, scandalosamente per l’epoca, di una giovane donna sposata (Macha Meril) che scopre di essere incinta, ma non sa se il padre è il suo legittimo marito (pilota aeronautico interpretato da Philippe Leroy) o l’amante attore (Bernard Noel). La donna passa dall’uno all’altro cercando di comprendere se stessa, i suoi sentimenti ed il mondo intorno.

Film interessante ma non risolutivo in una carriera che ha fatto ben altro.

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