Il Covid 19 passerà alla storia, oltre ai mille motivi assai più importanti, anche per aver fatto slittare la premiazione degli Oscar. Inoltre, ha presentato ai giurati un problema non da poco considerato che moltissimi film non sono usciti sulle sale ma direttamente sulle tante piattaforme televisive. Questo cambierà in futuro la concezione stessa di cinema che ormai è fruibile su tanti “dispositivi” seguendo la lezione di Jean Louis Baudry.
La premiazione sarà il 25 aprile. Vediamo i film candidati e scopriamo diverse produzioni americani dirette da registi/e di origini e influenze completamente diverse tra loro, autori provenienti dalla vecchia europa e altri che fanno parte dell’elite liberal di Hollywood. Non si può certo dire che la stagione di Trump sia tramontata pure al cinema, nonostante il mondo della celluloide gli fosse già abbondantemente contro.
The Father (UK/FRA) di Florian Zeller
Judas and the Black Messiah (USA) di Shaka King
Mank (USA) di David Fincher
Minari (USA) di Lee Isaac Chung
Nomadland (USA) di Chloe Zhao
Una donna promettente (USA) di Emerald Fennell
Sound of Metal (USA) di Darius Marder
Il processo ai Chicago 7 (USA) di Aaron Sorkin