Terminal – Eccentrico

Il nostro parere

Terminal (2018) USA di Vaughn Stein

I destini di due assassini in missione segreta, un insegnante malato, un enigmatico bidello e una cameriera curiosa, si incrociano a causa di un misterioso criminale in cerca di vendetta.

Un film eccentrico e sopra le righe, con uno stile decisamente kitsch, una sfida al buon gusto tra luci stroboscopiche, ambienti decadenti e scarsamente frequentati, ispirato decisamente ai ritmi di Guy Ritchie, di cui l’autore è stato assistente.

Il mondo di riferimento è l’hard boiled, ma venato dalla rilettura dello Snyder di Sin city, da cui prende alcuni aspetti, lasciando da parte l’impostazione fumettistica. Pochi personaggi, eccessivi, caricaturali nella loro essenza sono al centro di questa storia che vede un cast di alto livello, ma un eccesso di manierismo che alla lunga deteriora la visione.

Stein esagera, squaderna, cerca di sorprendere, riuscendoci in parte, allo scopo di divertire lo spettatore. Dopo un po’ il gioco diventa manifesto e si smette di seguire l’intricata storia solo per comprendere quale giochetto il regista si inventerà per girare intorno al succo della storia che alla fine arriva provocando un’alzata di ciglio piuttosto che un moto di stupore.

Gli attori si prestano al gioco facendo a gara (Pegg a parte) nell’esacerbare i personaggi caratterizzandoli in modo eccessivo. Sono comunque bravi.

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