Romantiche (2023) ITA di Pilar Fogliati
Roma e dintorni della capitale fanno da sfondo alle vicende di quattro diverse ragazze. Eugenia, sceneggiatrice, arrivata al Pigneto dalla Sicilia in cerca del successo viene presto messa di fronte alla dura realtà.
La fama della Fogliati è legata alle sue brillanti imitazioni del vernacoliere romano con le sue tipologie di donne, legate al territorio della capitale (e non solo). Questo non solo è al centro del suo esordio alla regia dove con uno stile leggero e brillante ci da un ritratto di quattro donne colte nella loro intimità. La regia è attenta e il risultato non è per nulla male, soprattutto per il linguaggio, i dialoghi frizzanti e la scelta di location un po’ diverse dal solito.
Tutti aspettavano l’esordio per bacchettare la Fogliati. Invece lei supera la prova con fare irriverente. Lo schema ad episodi è preso paro paro da Verdone che resta un riferimento, anche per via del doppio ruolo della protagonista (attrice e regista), ma è un segnale affettuoso e per nulla malizioso perchè pur con l’aiuto di Veronesi alla sceneggiatura, il risultato è godibile e nulla affatto superficiale.
Spesso, in mezzo a scene madri e insopportabili monologhi si diventa stucchevoli; questo film, invece, nasconde sfaccettature per chi vuol vedere, momenti in cui si avverte un mondo intero. Se fosse stata capace di svelare questo mondo avremmo avuto di più? Forse. Intanto, però, godiamoci questo.