New York, New York. La fine del musical

Il nostro parere

New York, New York (1977) ITA di Martin Scorsese

Una storia d’amore tra un musicista ed una cantante durato un decennio è l’occasione per Scorsese di fare una vera e propria storia d’amore con il musical. Siamo all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale e Jimmy tenta un disastroso approccio con una ragazza, Francine. Dopo il primo insuccesso, i due si scoprono dediti alla musica: lui è un sassofonista e lei una cantante. Diventano coppia e hanno anche un’orchestra insieme, ma è lei a trascinare tutto, a portare il successo. Non appena Francine resta incinta e molla la band, il gruppo decade. Jimmy ritorna a New York e il rapporto con la moglie precipita. La gelosia, il suo carattere impulsivo, impossibile e il demone che lo divora internamente spezza il rapporto con Francine nonostante la nascita del figlio. I due si lasciano e si ritrovano nella grande Mela dopo oltre dieci anni. Lei è diventata una star della canzone e del cinema, lui un bravissimo jazzista.

Scorsese ripercorre con maestria il genere musicale inserendo scenografie, atmosfere del cinema di genere. La sua rilettura è più filologica che interpretativa. Le tematiche affrontate esulano totalmente dal musical che viene usato come sfondo. In realtà, Jimmy incarna l’archetipo dei personaggi Scorsesiani, è posseduto dalle stesse urgenze, dalle stesse ossessioni, tormentato  dall’incapacità di accettare la realtà. Le sue contraddizioni lo spingono a distruggere la sua relazione amorosa che lo salva ma, contemporaneamente, ne limita il talento artistico che per sopravvivere deve nutrirsi solo di se stesso, cancellando la moglie ed il figlio.

Alla fine entrambi nutrono grandi rimpianti, in una vita che li ha portati anche dove volevano, ma dove non sono riusciti ad avere un amore che potesse dare loro serenità. Il finale è altamente simbolico. Siamo nell’esegesi di Singing in the Rain. Piove ma non c’è felicità. L’ombrello è chiuso e non si può librare nell’aria.

Colonna sonora spettacolare, De Niro schizofrenico, scenografie straordinarie, regia magica.

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