Lazzaro felice – Mondo antico

Il nostro parere

Lazzaro felice (2018) ITA di Alice Rohrwacher

Lazzaro è un giovane contadino, estremamente buono e semplice. … La storia prosegue nelle periferie di una grande città dove Lazzaro finisce a vivere in una baraccopoli assieme ad alcuni suoi vecchi compagni di lavoro.

Il  mito del buon selvaggio che vive di sentimenti puri, in una natura selvaggia e aspra ma incontaminata. Lazzaro, il contadino interpretato da Adriano Tardiolo, è questo in mezzo ad una sceneggiatura fiabesca (e inverosimile) che immagina una microsocietà di reietti oggi, tenuti lontani dal mondo. Il messaggio della regista è però sempre lo stesso. Questa società, pur nei suoi mille difetti, viene distrutta dal contatto con la modernità, una modernità che elimina ogni forma di solidarietà umana, facendo prevalere l’indifferenza e la sopraffazione.

La Rohrwacher prosegue nella sua originale poetica, peraltro premiata a Cannes proprio per la sceneggiatura, ma risulta ripetitiva rispetto alle precedenti opere. La contrapposizione tra l’umanità primigenia e la modernità risulta forzata e non sempre efficace. Da notare Tommaso Ragno e Sergi Lopez, ricomparso in Italia.

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