La terra dei figli – Postapocalisse

Il nostro parere

La terra dei figli (2021) ITA di Claudio Cupellini

Un padre e un figlio abitano una palafitta sul lago, dopo che una catastrofe non meglio specificata ha cambiato il corso degli eventi e condannato i pochi sopravvissuti ad arrangiarsi come possibile, senza curarsi troppo del prossimo.

Tratto da una graphic novel di Gipi, il film ci porta in mondo post catastrofe dove i sentimenti umani sono persi nella disperazione, nella fame, nella violenza. Onusto dell’esperienza sul set di Gomorra, Cupellini, con una certa continuità con le sue esperienze passate, mostra una visione disperata della società. Le uniche luci di speranza sono date dai  sentimenti minimi, da una sorta di amore che nasce dall’unione dei vinti. Non sappiamo se questa sensazione sia dovuta più alla disperazione che ad una vera passione. Come in Alaska e nella stessa serie televisiva, bisogna sopravvivere, azzannare i pochi momenti di serenità perchè non vi è il lieto fine, ma un lungo attraversamento dell’infelicità.

L’opera è girata bene, la scenografia desolata è frutto di una ricerca attenta di location così come gli interpreti che, pur non essendo brillantissimi, sono tutti flessibili all’esigenza del racconto e perfettamente funzionali allo scopo. Cupellini mostra una mano ormai matura e compiuta che sa spingere le leve del dramma e anche dell’azione sia pure senza compiacimento e spettacolarizzazione come la trama richiedeva.

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