La mala ordina. Brutalità

Il nostro parere

La mala ordina (1972) ITA di Fernando Di Leo

Luca Canali è un piccolo sfruttatore, ingiustamente accusato di aver rubato una partita di droga alla mafia americana che spedisce in Italia due sicari. Il boss Don Vito Tressoldi li aiuta a cercarlo e fa uccidere la moglie e la figlia di Canali. Luca decide di vendicarsi, eliminando sia Tressoldi, sia tutti i componenti della sua banda colpevoli, tra l’altro del furto di cui è accusato; infine, dopo aver dato loro appuntamento in un cimitero di auto, sfida anche i due killers americani.

Il film è uno dei più famosi ed ammirati del noir italiano anni 70, adorato da Tarantino che lo cita nella celebre scena della tortura col rasoio di Le iene. La mala ordina è il secondo episodio della “trilogia del milieu” insieme a Milano calibro 9Il boss. Il regista rilegge l’opera di Giorgio Scerbanenco (Milano calibro 9 è proprio il titolo del racconto da cui Di Leo prende lo spunto per La mala ordina) mostra un notevole sguardo nella rappresentazione di una Milano urbanizzata e ricca di fermento, violenta ma anche ammaliante. Le discoteche e la sua popolazione, la contestazione e la libertà sessuale sono inserti folgoranti.

Il simpatico guascone di Luca si trasforma rapidamente in un personaggio epico, costretto a sfidare tutti per salvare la propria vita, obbligato a sterminare tutti per vendicare la propria inesorabile perdita. La sceneggiatura è essenziale, dà spazio all’azione sul pensiero, riuscendo a definire i personaggi principali con semplici pennellate, in modo particolare Luca e Don Vito. Memore della lezione hitchcockiana, Di Leo utilizza il montaggio per amplificare l’atto violento, rendendolo ancora più crudo e sconvolgente, pensando all’epoca. Splendido poi l’inseguimento al furgone che, lunghissimo ed estenuante, presenta una ricchezza nell’immagine e nel ritmo davvero notevoli.

Luca Canali resta però sempre nella sua dimensione umana: ferito, sfregiato ma mai domo.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email