Corpo e anima

Il nostro parere

Corpo e anima (2017) UNG di Ildiko Enyedi


In un macello di Budapest viene assunta la giovane Maria. Il direttore finanziario è subito incuriosito dal suo atteggiamento assolutamente riservato. A seguito di un test psicologico, emerge che entrambi fanno lo stesso sogno ricorrente.


Il film, premiato con l’Orso d’Oro a Berlino nel 2017, è l’unione graduale di due individui paralizzati dalla timidezza e dalle inibizioni, la scoperta di una misteriosa condivisione notturna che congiunge due solitudini, narrata con sottigliezza e poesia dalla regista Enyedi

Endre, un uomo di mezza età il cui braccio sinistro è paralizzato – non impariamo mai l’origine di questa disabilità – vive da solo, mangiando cene solitarie nei caffè o nel suo appartamento. Il suo unico amico, con il quale di solito condivide il pranzo nella mensa di lavoro, sembra essere Jeno, il manager delle risorse umane pancia e pesantemente sposato.

Maria, una bionda delicata alla fine dei vent’anni, non ha amici: dolorosamente ritirata fino al punto di autismo, le mancano tutte le abilità sociali, rifiuta le aperture amichevoli e odia essere toccata, ma possiede una memoria prodigiosa.

Enyedi raffigura la coppia solitaria nei loro rispettivi appartamenti con scatti notturni dalla finestra che ricordano i dipinti di Edward Hopper. La simpatia per i suoi personaggi non preclude però l’umorismo, spesso espresso attraverso un uso significativo di close-up – come quando ci viene mostrato il piatto da pranzo geometricamente organizzato di Maria, un esatto mezzocerchio di riso che affronta quattro dita di pesce simmetricamente disposte.

Gran parte dell’umorismo coinvolge il cast abilmente caratterizzato: ogni personaggio contribuisce a creare un devastato quadro sociale e personale che quasi giustifica la reticenza dei protagonisti ad avere rapporti con gli altri.

Il film viene retto, però, dai suoi due protagonisti. Morcsanyi esordisce sullo schermo a 65 anni (purtroppo è scomparso all’inizio del 2023) portando una profonda malinconia che suggerisce una vita di stoica delusione. Ma è la Maria di Borbély che ripercorre l’arco narrativo più lungo, mentre cerca di apprendere le abilità sociali: la vediamo accarezzare una mucca al mattatoio, premere la mano su un piatto di purè di patate, guardare film porno e recitare conversazioni con l’aiuto di personaggi di Lego solo per poter sfuggire alla propria solitudine.

Corpo e anima è una storia d’amore non convenzionale che si manifesta anche come un’indagine sulla fenomenologia dell’intimità – il sesso è l’ultima equivalenza naturale tra due corpi e anime – descrivendo i misteri della vita attraverso l’enigma dell’arte e raggiunge una rara trascendenza.

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