Benvenuti a Marwen – Mondo rifugio

Il nostro parere

Benvenuti a Marwen (2018) USA di Robert Zemeckis

Mark Hogancamp mette in scena nel proprio prato le gesta di Hogie, un pilota americano in lotta contro i nazisti e protetto dalle donne di Marwen. Egli è reduce da un pestaggio che gli ha fatto perdere sia la memoria sia la capacità di disegnare. Elabora la tragedia fotografando le scene che crea nel giardino, con bambole di donne eleganti e action figure di soldati.

Robert Zemeckis ritorna nell’agone della sperimentazione, puntando ancora su tecniche di ripresa miste tra animazione e realtà, come fatto in Polar Express, Beowulf e Christmas Carol. Al centro c’è sempre un diverso (come il suo mitico Forrest Gump), uno “scemo” capace di creare un mondo poetico e di vedere semplici verità. In questo caso il diverso si ispira ad una persona reale che davvero fa quanto raccontato.

Di Hogancamp si era già saputo grazie al documentario di Jeff Malmberg, Marwencol, il villaggio delle bambole, in cui si raccontava la storia di quest’uomo, picchiato selvaggiamente e ridotto in fin di vita da un gruppetto di balordi, rovinato per sempre perchè la bestiale aggressione gli ha  fatto perdere la memoria e alcune capacità. Uscito dal coma, Mark trova in questo immaginario mondo di bambole e nelle sue fotografie un’ancora di salvezza, una valvola di sfogo.

In questa rappresentazione Zemeckis trova il suo meglio, alternando live action performance capture, ma non sono gli aspetti innovativi, quanto l’afflato poetico che si ritrova nei racconti in cui la parte violenta e brutale si stempera in una pacificazione finale e nella solidarietà tra persone. Il regista trova persino il modo di citarsi con un modellino di De Lorean omaggio al suo cinema passato che compare verso il finale del film.

La vicenda umana narrata parallelamente convince invece meno anche se Steve Carell è ottimo nel ruolo e assai convincente. Il  dramma umano di Mark viene ricostruito  attraverso incubi e inserti non sempre efficaci e nel semplificatorio amore verso la vicina, con tanto di resurrezione finale.

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