Animali notturni. L’inquietudine

Il nostro parere

Animali Notturni (2016) USA di Tom Ford

Susan Morrow riceve il manoscritto intitolato “Nocturnal Animals” dal suo ex marito Edward Sheffield, con cui si era separata vent’anni prima, in cui sono raccontate le tragiche disavventure di Tony Hastings, un uomo in vacanza con la famiglia. Sentendosi chiamata in causa dal manoscritto, Susan sarà costretta a riflettere sul proprio passato e su alcuni lati oscuri della sua personalità.osi chiamata in causa dal manoscritto, Susan sarà costretta a riflettere sul proprio passato e su alcuni lati oscuri della sua personalità.

Sette anni dopo ‘A Single Man’, lo stilista Tom Ford torna alla regia ricevendo critiche assai contrastanti, ma dimostrando di essere un cineasta vero dotato di stile, indubbia eleganza formale e narrativa. Si comincia con i titoli di testa scioccanti e, parzialmente, fuorvianti. Le quattro donne che si agitano in una danza sfrenata, nude a parte un cappello di strass, in mano la bandiera americana come cheerleaders invecchiate, i corpi grassissimi e sfatti, appaiono subito come il simbolo di una nazione che nasconde dietro l’apparente scintillio, la decadenza. Mostra la duplice chiave di lettura di questo film ricco di deviazioni costruito a spirale come un racconto nel racconto; o meglio come un film nel film.

Tratto dal romanzo noir di Austin Wright, Ford mette in scena un film dalle atmosfere hitchcockiane, aiutato dalla colonna sonora evocativa del polacco Abel Korzeniowski, giocato su lampi di tensione, atmosfere torbide che accomunano il lusso raggelato in cui è immersa Susan, ma anche le polverose praterie dell’Ovest. Eppure Ford mantiene un raffinato equilibrio formale saltando dal vuoto esistenziale in cui Susan è precipitata, ormai ricca solo di rimpianti e disillusione, al terribile romanzo che non lascia scampo, fino ai flashback della storia d’amore con Edward, conclusasi in modo brutale.

Gli intrecci ci mostrano le ferite della solitudine, l’ipocrisia buonista, i sentimenti malati che si agitano sotto la superficie, il lato oscuro dell’esistenza. Anche se talvolta ridondante e calligrafico, gli incubi che l’opera produce nella mente dello spettatore non possono essere spazzati al riaccendersi della luce in sala, ma rimangono a scavare nelle paure ataviche dello spettatore, evidenziando le crepe della nostra insicurezza e delle nostre angosce notturne.

Notevole tutto il cast di attori con una particolare nota per lo sceriffo malato di Michael Shannon.

Sette anni dopo ‘A Single Man’, lo stilista Tom Ford torna alla regia ricevendo critiche assai contrastanti, ma dimostrando di essere un cineasta vero dotato di stile, indubbia eleganza formale e narrativa. Si comincia con i titoli di testa scioccanti e, parzialmente, fuorvianti. Le quattro donne che si agitano in una danza sfrenata, nude a parte un cappello di strass, in mano la bandiera americana come cheerleaders invecchiate, i corpi grassissimi e sfatti, appaiono subito come il simbolo di una nazione che nasconde dietro l’apparente scintillio, la decadenza. Mostra la duplice chiave di lettura di questo film ricco di deviazioni costruito a spirale come un racconto nel racconto; o meglio come un film nel film.

Tratto dal romanzo noir di Austin Wright, Ford mette in scena un film dalle atmosfere hitchcockiane, aiutato dalla colonna sonora evocativa del polacco Abel Korzeniowski, giocato su lampi di tensione, atmosfere torbide che accomunano il lusso raggelato in cui è immersa Susan, ma anche le polverose praterie dell’Ovest. Eppure Ford mantiene un raffinato equilibrio formale saltando dal vuoto esistenziale in cui Susan è precipitata, ormai ricca solo di rimpianti e disillusione, al terribile romanzo che non lascia scampo, fino ai flashback della storia d’amore con Edward, conclusasi in modo brutale.

Gli intrecci ci mostrano le ferite della solitudine, l’ipocrisia buonista, i sentimenti malati che si agitano sotto la superficie, il lato oscuro dell’esistenza. Anche se talvolta ridondante e calligrafico, gli incubi che l’opera produce nella mente dello spettatore non possono essere spazzati al riaccendersi della luce in sala, ma rimangono a scavare nelle paure ataviche dello spettatore, evidenziando le crepe della nostra insicurezza e delle nostre angosce notturne.

Notevole tutto il cast di attori con una particolare nota per lo sceriffo malato di Michael Shannon.

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