Continuiamo con il ricordo dei grandi artisti morti nel 2013. Oggi scriviamo delle attrici scomparse lo scorso anno. Una doverosa e dolorosa carrellata della loro magnifica carriera.
Il primo ricordo va ad un gruppo di attrici italiane davvero bravissime. Tutte e tre hanno dato il meglio di sè al teatro, più che al cinema. Sul palcoscenico hanno mostrato in modo completo la loro grandezza. Al cinema hanno partecipato a pellicole anche importantissime, ma quasi sempre in ruoli defilati dove potevano anche risplendere, ma non erano al centro dell’immagine. Non è il caso di Franca Rame che nel cinema ha fatto davvero rarissime apparizioni. Il suo lavoro va comunque (e giustamente) ricordato.
Regina Bianchi nome d’arte di Regina D’Antigny (Lecce, 1 gennaio 1921 – Roma, 5 aprile 2013) A 16 anni entra come attrice giovane nella compagnia di Raffaele Viviani, suo maestro. Nel 1940 sostituisce Titina nella compagnia di Eduardo e Peppino De Filippo e con loro resta per molti anni, creando un sodalizio che la porta all’indimenticabile interpretazione di “FILUMENA MARTURANO”. Il matrimonio con il regista Goffredo Alessandrini la fa esordire nel cinema. Dopo la nascita di due fìglie, che con Alessandrini riempiono il suo privato, nel 1959 ritorna al teatro con Eduardo. Con lui interpreta tutti i personaggi ispirati e vincolati all’arte straordinariamente duttile di Titina. L’istintiva versatilità nel contrassegnare e caratterizzare ipersonaggi, il gusto scioltamente moderno e quel sicuro passare dalla dolcezza alla drammaticità, dalla comicità esplicita alla ironia più sottile, sono proprie di Regina Bianchi, che passa dal teatro al cinema, alla televisione con altrettanta disinvoltura ed intensa attività.
Rossella Falk nome d’arte di Rosa Antonia Falzacappa (Roma, 10 novembre 1926 – Roma, 5 maggio 2013) Tra il 1951 e il 1953 fa parte della prestigiosa compagnia Morelli-Stoppa, mentre nel 1954 è al Piccolo Teatro di Milano e nel 1955 entra a far parte della Compagnia dei Giovani, insieme a Romolo Valli e Giorgio De Lullo. Spazia da Tennessee Williams ad Ibsen con grande naturalezza pur restando sempre all’opera di Pirandello. Ha sempre privilegiato la carriera teatrale rispetto a quella cinematografica, anche se si è concessa alcune interpretazioni come 8 e 1/2 (1963) di Fellini o Quando muore una stella (The Legend of Lylah Clare, 1968) di Robert AldrichIn teatro è stata diretta dai massimi registi italiani tra i quali Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Orazio Costa, Giancarlo Cobelli, Giuseppe Patroni Griffi e Giorgio De Lullo a cui deve gran parte del suo successo avendola resa protagonista di molti dei suoi successi teatrali dall’epoca della Compagnia dei Giovani.
Anna Proclemer (Trento, 30 maggio 1923 – Roma, 25 aprile 2013) Debutta nel 1941 in teatro, il suo grande amore. Nel 1946 si sposa con lo scrittore Vitaliano Brancati, da cui avrà una figlia. Al cinema è protagonista di diversi film, ma è anche doppiatrice di film di successo come Anna dei miracoli dove presta la voce ad Anne Bancroft. Riprenderà lo stesso ruolo in una famosa riduzione televisiva andata in onda nel 1968 e più volte replicata. Nel 1956 inaugura un lungo sodalizio artistico e sentimentale con Giorgio Albertazzi. Proprio al suo fianco è la prima apparizione televisiva, tre anni dopo, nello sceneggiato televisivo L’idiota, cui fanno seguito molte altre, soprattutto in riduzioni di spettacoli teatrali. Il suo ultimo film è stato Magnifica presenza di Ferzan Özpetek, del 2012.
Jean Stapleton pseudonimo di Jeanne Murray (New York, 19 gennaio 1923 – New York, 31 maggio 2013) Nota al pubblico soprattutto per la sua interpretazione di Edith Bunker nella serie tv Arcibaldo. Ruolo che le ha fatto ottenere 3 Emmy Awards su 8 nomination, e di 2 Golden Globes su 7 nomination. Ha sempre interpretato ruoli da non protagonista iniziando con il film Susanna agenzia squillo del 1960 con Judy Holliday e Dean Martin. Nel 1982 interpreta Eleanor Roosevelt in un film per la televisione sulla sua vita, Eleanor. Nel 1996 è accanto a John Travolta, Andie MacDowell, William Hurt e Bob Hoskins nella commedia Michael, mentre nel 1998 al fianco di Tom Hanks e Meg Ryan nella commedia romantica C’è posta per te.
Bernadette Lafont (Nîmes, 28 ottobre 1938 – Nîmes, 25 luglio 2013) Destinata a fare la ballerina, Lafont entrò a far parte del corpo di ballo dell’opera di Nîmes, dove fece la conoscenza di Gérard Blain, suo futuro marito. A Parigi, incontrò François Truffaut, che le offrì il suo primo ruolo cinematografico nel cortometraggio L’età difficile (1957). Ben presto Bernadette diventò un’attrice simbolo della Nouvelle Vague. Fu l’eroina di Mica scema la ragazza! di François Truffaut; recitò in alcuni film di Claude Chabrol, come Le beau Serge (1957); infine interpretò il ruolo di Maria in La maman et la putain di Jean Eustache, da molti considerato come l’ultimo frutto importante della Nouvelle Vague. Negli anni ottanta è apparsa in numerosi film di Jean-Pierre Mocky, in Gwendoline di Just Jaeckin e soprattutto in Sarà perché ti amo? di Claude Miller (1985), che le ha fruttato l’anno dopo il premio César come migliore attrice non protagonista. Nel 2013 al Bif&st ricevette il Premio Internazionale alla migliore attrice per il film Paulette di Jérôme Enrico.
Eileen Brennan nome d’arte di Verla Eileen Brennen (Los Angeles, 3 settembre 1932 – Burbank, 28 luglio 2013). È stata nominata al premio Oscar come Migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione del Capitano Doreen Lewis nel film Soldato Giulia agli ordini del 1980. Ha vinto anche un Golden Globe e un Emmy per la sua interpretazione del Capitano Doreen Lewis nella serie televisiva omonima. Ha interpretato più di 121 ruoli tra film, film tv e serie tv.
Karen Black (Park Ridge, 1 luglio 1939 – Los Angeles, 8 agosto 2013) Figlia di Elsie Reif, scrittrice e vincitrice di diversi premi Pulitzer come creatrice di storie per l’infanzia, studiò recitazione all’Actor Studio di Lee Strasberg ed apparve in diversi allestimenti Off-Broadway. Nel 1965 fu acclamata la sua interpretazione di “The Playroom” in un grande teatro di Broadway e l’anno dopo ebbe il primo ruolo importante al cinema nel film di Francis Ford Coppola “Buttati Bernardo!”. Dal 1967 fu spesso attiva anche in televisione come guest star in numerosi telefilm tra cui “La grande vallata”. Nel 1969 fu consacrata grande star con il cult movie Easy Rider, . . L’attrice bissò il successo l’anno successivo con la pellicola Cinque pezzi facili accanto a Jack Nicholson. Per questo film la Black ricevette una nomination all’Oscar e vinse il Golden Globe per la migliore attrice non protagonista. Successivamente fu nel cast de “Il Grande Gatsby” (1974) , film per il quale vinse il secondo Golden Globe come migliore attrice non protagonista, e Airport 75 (1974). Nel 1975 fu diretta da Robert Altman nel celeberrimo Nashville. Nello stesso anno fu diretta da John Schlesinger ne Il giorno della locusta. Nel 1976 fu la protagonista dell’ultimo film di Hitchcock, Complotto di famiglia. Nello stesso anno fu la protagonista di “Ballata macabra” con Bette Davis e Oliver Reed. Dopo numerosi altri film (tra cui Capricorn One del 1977), fu di nuovo diretta da Altman in Jimmy Dean, Jimmy Dean (1982). In seguito, pur continuando a lavorare ancora molto sia per il cinema che per la Tv, Karen Black non toccò più i vertici di popolarità e di consenso della critica di cui aveva goduto negli anni Settanta.
Deanna Durbin nome d’arte di Edna Mae Durbin (Winnipeg, 4 dicembre 1921 – Parigi, 30 aprile 2013). Il suo primo contratto con la MGM fu nel 1936 all’età di soli quattordici anni, per apparire in un musical al fianco di un’altra nuova scoperta, Judy Garland. I produttori della MGM discussero a lungo sulla opportunità di lanciare contemporaneamente due nuove attrici cantanti. Alla fine decisero di lanciare la Garland mentre il contratto con la Durbin venne sciolto. La giovane attrice fu subito scritturata dalla concorrente Universal Studios che la lanciò nella pellicola Tre ragazze in gamba, con la regia di Henry Koster, che avrebbe in seguito diretto gran parte delle sue pellicole. Il film si rivelò un enorme successo di critica e di pubblico. Nel 1939 Deanna ricevette, a pari merito con l’attore Mickey Rooney, il premio Honorary Juvenile Award per il miglior giovane attore statunitense e da quel momento divenne una delle attrici e cantanti più popolari non soltanto negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. La sua notorietà attraversò i cinque continenti ed è testimoniata da numerosi aneddoti, alcuni dei quali davvero curiosi ed interessanti. Nel 1941, Mussolini scrisse una lettera aperta sul giornale Il Popolo che invitava l’attrice ad adoperarsi per convincere il presidente americano a non far coinvolgere la sua nazione nella seconda guerra mondiale, l’invito non fu mai raccolto. Interruppe la carriera nel 1948 quando, neppure trentenne, era una delle attrici più pagate di Hollywood. Dopo aver lasciato il cinema, si ritirò in Francia dove rimase fino alla morte, avvenuta il 30 aprile del 2013 all’età di 91 anni.
Esther Williams (Inglewood, 8 agosto 1921 – Beverly Hills, 6 giugno 2013) A 15 anni aveva vinto tutte le gare disputate in California nei 100 metri stile libero femminili. Conquistò il titolo di campionessa della Costa del Pacifico. Nel 1940 si preparava a partecipare alle Olimpiadi, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale fece saltare due edizioni consecutive dei Giochi. Non completò gli studi universitari e si mise subito a lavorare come commessa e indossatrice. Fu scritturata dalla MGM; recitò il suo primo film nella parte della ragazza di Mickey Rooney (La doppia vita di Andy Hardy, 1942). Il successo arrivò con il film successivo: Bellezze al bagno del 1944. Dopo alcuni musical minori, nel 1947 un altro successo strepitoso: La matadora. Da quel momento in poi i film vennero cuciti su misura per lei: La figlia di Nettuno (1949), La duchessa dell’Idaho (1950), La sirena del circo (1951), La ninfa degli antipodi (1952). Qui Esther Williams diede anche una grande prova come attrice drammatica. Nel 1955 arrivò il primo insuccesso: Annibale e la vestale, un film spettacolare, ma che fece fiasco al botteghino. Fu il segnale che i gusti del pubblico erano cambiati. Dopo pochi anni Esther Williams diede l’addio alle scene. Dopo l’abbandono del set, Esther Williams si dedicò a un’attività benefica come insegnante di nuoto per bambini ciechi. Non apparve che raramente in pubblico.
Mariangela Melato (Milano, 19 settembre 1941 – Roma, 11 gennaio 2013) Figlia di un vigile urbano e di una sarta. Da giovanissima studiò pittura all’Accademia di Brera. Dal 1963 al 1965 lavorò con Dario Fo in Settimo: ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo. Nel 1966 fu ingaggiata dallo Stabile di Trieste e nel 1967 lavorò con Luchino Visconti ne La monaca di Monza. Nel 1968 la sua affermazione definitiva nella propria attività teatrale ne l’Orlando furioso di Luca Ronconi, ma ebbe successo anche nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluia brava gente (1971). Nel cinema alternò ruoli drammatici (La classe operaia va in paradiso, 1971, e Todo modo, 1976, di Petri; Caro Michele, 1976, di Monicelli; Oggetti smarriti, 1979, e Segreti segreti, 1985, di Giuseppe Bertolucci; Dimenticare Venezia, 1979) a quelli da commedia, come in Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia (1973) e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) di Lina Wertmüller; Casotto (1977) di Sergio Citti. La sua carriera e la sua indole rimangono comunque indissolubilmente legati al mondo del teatro. Negli anni novanta e Duemila lavorò per la televisione proseguendo il suo impegno teatrale, spesso in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova.. Compagna per molti anni dello showman Renzo Arbore, malata da tempo di tumore al pancreas, è deceduta l’11 gennaio 2013 in una clinica romana.
Julie Harris (Grosse Pointe Park, 2 dicembre 1925 – West Chatham, 24 agosto 2013) Cresciuta nell’Actor Studio, nel 1945 fece il suo esordio teatrale a Broadway, ottenendo presto un grande successo di pubblico e di critica grazie alla pièce Member of the Wedding di Carson McCullers. La commedia venne trasposta per il grande schermo nel 1952 con il titolo Il membro del matrimonio (1952), consentendo alla Harris di riprendere il personaggio di Frankie e di fare un trionfale debutto cinematografico, ottenendo subito una candidatura all’Oscar quale miglior attrice protagonista nel 1953. Nello stesso anno vinse il Tony Award quale miglior attrice protagonista per il ruolo di Sally Bowles nella pièce I Am a Camera, versione teatrale di Goodbye to Berlin di Christopher Isherwood (che più tardi verrà trasposto in versione musical prima a Broadway e successivamente, nel 1972, nel film Cabaret con Liza Minnelli nel ruolo di Sally Bowles). Anche nel caso di I Am a Camera, la Harris si assicurò il ruolo di protagonista nella versione cinematografica che si intitolò La donna è un male necessario (1955), accanto a Laurence Harvey. Sempre nel 1955, l’attrice apparve nel film La valle dell’Eden (1955) di Elia Kazan, in cui diede una poetica e struggente interpretazione della dolce e timida Abra, accanto a James Dean. Negli anni successivi le apparizioni cinematografiche della Harris furono sporadiche, ma indimenticabili per raffinatezza e sensibilità. Gli appassionati di film horror la ricordano nel ruolo dell’eterea Eleanor “Nell” Lance, la ragazza dotata di poteri medianici, nel film Gli invasati (1963), un classico del genere diretto da Robert Wise. Altre interpretazioni di rilievo furono quelle di Grace Miller nel dramma pugilistico Una faccia piena di pugni (1962), di Betty Fraley nell’avvincente noir Detective’s Story (1966), accanto a Paul Newman, e dell’infelice Alison Langdon nel torbido dramma Riflessi in un occhio d’oro (1967), diretto da John Huston. Durante gli anni sessanta, la Harris privilegiò gli impegni teatrali; vanta infatti dieci nomination al Tony Award, che ha vinto in tutto cinque volte (primato assoluto insieme ad Angela Lansbury).
Joan Fontaine nome d’arte di Joan de Beauvoir de Havilland (Tokyo, 22 ottobre 1917 – Carmel-by-the-Sea, 15 dicembre 2013) E’ la sorella minore di un’altra star hollywoodiana, Olivia de Havilland con cui, dopo una feroce rivalità, ha rotto ogni tipo di rapporto. Dopo aver studiato recitazione con Max Reinhardt, esordì nel cinema nel 1935 rivelandosi un’interprete attenta e sensibile, capace di dare vita a ritratti di donne fragili ed insicure, vere protagoniste di drammi psicologici. Dopo il debutto, fu messa sotto contratto dalla RKO. Nel contempo lavorava per il teatro a Broadway. Dopo una serie di film sfortunati, l’incontro con il produttore David O. Selznick le cambiò la carriera. Lei e Selznick iniziarono a conversare su un lavoro di Daphne du Maurier, il romanzo Rebecca, e il produttore alla fine della serata le fissò un incontro per un provino. Fu così che Rebecca, la prima moglie – debutto americano di Alfred Hitchcock – segnò l’esplosione della carriera dell’attrice. Il film uscì nel 1940 e Joan ottenne una nomination all’Oscar per la migliore interpretazione femminile. Non riuscì ad aggiudicarsi la statuetta in quell’edizione, ma vi riuscì l’anno seguente – sempre come miglior attrice protagonista – per l’interpretazione nel film Il sospetto, anch’esso diretto da Hitchcock. Dagli anni cinquanta la carriera di Joan Fontaine ha avuto un lento declino che l’ha indotta, in un primo tempo, ad abbandonare il set cinematografico per dedicarsi alla televisione. Fra i suoi maggiori successi si ricordano i film Il fiore che non colsi (1942), La porta proibita (1944), La sfinge del male (1947) e Lettera da una sconosciuta (1948). L’ultima sua apparizione sul grande schermo è stata nell’horror Creatura del diavolo (1966), di cui è stata anche la co-produttrice. Per la televisione è stata candidata nel 1980 al premio Emmy per la soap-opera Ryan’s Hope.
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