10 Oscar alla carriera – parte 2

Seconda parte di questo piccolo viaggio a ritroso nella storia degli Oscar. Ammettiamolo: è una scusa per ritrovare alcuni nomi dimenticati dalle ultime generazioni. Non si pensi, però, che vi sia solo un punto di vista “hollywoodiano”.  Gli USA sono i primi costruttori di miti, ma possiamo riflettere sulla loro grandezza e ammirarli per i loro film senza sentirci traditi.

1953. Harold Lloyd (20 aprile 1893 – 8 marzo 1971) La sua comicità era pacata così come il suo personaggio, nerd tenero e poetico, ma dotato di vitalità e coraggio. L’avvento del sonoro ha decretato la fine della sua carriera. Gli ultimi anni li ha vissuti curando i suoi numerosi interessi. Qui uno straordinario documentario (purtroppo solo in traduzione spagnola) su di lui realizzato nel 1990.

1953. Merian C. Cooper (24 ottobre 189321 aprile 1973) Ha inventato King Kong e lo ha realizzato insieme a Shoedsack. Non è abbastanza?


1955. Greta Garbo nome d’arte di Greta Lovisa Gustafsson (18 settembre 1905 – 15 aprile 1990). E’ stata un mito inarrivabile. Ha lasciato a soli 36 anni, quando ha compreso che il suo personaggio, così attentamente costruito, non avrebbe retto la prova del tempo. Modello inarrivabile con la sua bellezza algida ma conturbante, ha lasciato il segno con diverse grandi interpretazioni. Quando girò Ninotchka, praticamente la sua prima commedia, lo slogan era GARBO LAUGHS. Eppure, nonostante il cast e la regia del meraviglioso Lubitsch, fu un fiasco.

1955. Danny Kaye nome d’arte di David Daniel Kaminsky (18 gennaio 1913 –  3 marzo 1987). Attore comico dotato di particolare sensibilità. Aveva doti poetiche non comuni che manifestò con scelte in controtendenza.


1957. Eddie Cantor  (New York, 31 gennaio 1892 – Beverly Hills, 10 ottobre 1964) Cinema e musica, televisione e teatro. Eroe degli Stati Uniti degli anni ruggenti.

1959. Charles Brackett (26 novembre 1892 – 9 marzo 1969) Due premi Oscar per film dello spessore di Viale Del Tramonto e Giorni Perduti, sempre in coppia con Billy Wilder con cui ha costruito un sodalizio estremamente fertile, oltre che ricco di contrasti.

1959. Maurice Chevalier   (12 settembre 1888 –  1 gennaio 1972) Attore e cantante, viene lanciato dalla compagna Mistinguett, diventando un divo della Francia negli anni ’30. Successo che viene oscurato dalla sua inanità durante l’occupazione nazista. Il trasferimento ad Hollywood ne rilancia la carriera grazie ad una serie di caratterizzazioni in commedie e musical.


1960. Buster Keaton all’anagrafe Joseph Frank Keaton VI (4 ottobre 1895 – 1 febbraio 1966). L’Oscar è il riconoscimento per una carriera esemplare, costellata da veri e propri capolavori della comicità. L’avvento del sonoro ha decretato il suo declino, ma più che l’innovazione ha potuto l’alcolismo, il suo personale percorso autodistruttivo.


1961. Gary Cooper nato Frank James Cooper (7 maggio 1901 – 13 maggio 1961). Ha rappresentato con James Stewart l’ideale eroe americano, capace di riassumere pregi e difetti di un’intera nazione. Due volte premio Oscar con opere fondamentali quali Il Sergente York e mezzogiorno di fuoco. Ha ricevuto l’Oscar alla carriera pochi giorni prima della morte.


1961. Stan Laurel pseudonimo di Arthur Stanley Jefferson (16 giugno 1890 – 23 febbraio 1965) Attore inglese di vaudeville, ottiene un buon successo in teatro che lo conduce in America. Decide di restare poi negli States dove intraprende una felice carriera cinematografica. L’incontro con Oliver Hardy (1926) dà vita ad una delle coppie comiche più irresistibili della storia del cinema. Geniale è l’intuizione di puntare su un duo infantile e distruttivo, incapace di adattarsi al mondo circostante. La vera mente comica era proprio Laurel che costruiva le trame, arricchite poi dagli spunti personali di Hardy, curandone gli aspetti tecnici.

 

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