Wim Wenders – Ritorno alla vita

Il nostro parere

Wim Wenders-Ritorno alla vita (2015) GER di Wim Wenders

Tomas, scrittore in crisi, investe accidentalmente un bambino, uccidendolo. Il senso di colpa lo devasta e lo costringe ad affrontare i propri fantasmi. Da questo dolore, inspiegabilmente egoistico, trova la forza per approfondire il suo stile raggiungendo il successo. Tomas cambia donna, diventa famoso ma il tarlo del ricordo resta dentro di lui ridestandosi quando il fratello gemello del bambino ucciso si fa vivo 11 anni dopo per parlargli.

Wenders sembra ispirato a tratti dall’ultima produzione di Malick piuttosto che dal suo passato. Si presenta con una struttura convenzionale ma si apre a momenti su spazi vuoti, in cui l’immagine cangiante è l’unico elemento di riflessione, grazie anche alla fotografia illuminata di Alexandre Desplat. Con una regia solida, meno disposta all’autocompiacimento rispetto agli ultimi film, segue Tomas nel suo viaggio del dolore ma tratteggia solo i caratteri che restano talvolta inespressi. E’ così per quello di Kate, la madre del bambino investito, interpretata da Charlotte Gainbourg, è così anche per il rapporto di Tomas con il padre, accennato in due soli incontri.

Questi vuoti lasciano sospesa la narrazione, delegando allo spettatore l’intuizione del non detto. Qualche volta questa operazione ha senso, altre lascia un senso di incompiutezza.

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