Una sola verità. La mano dello stato

Il nostro parere

Una sola verità (2008) USA di Rod Lurie

Rachel, giornalista di Washington, pubblica uno scoop che svela un errore del presidente e l’identità di un agente della CIA. Questo si configura come un reato ed infatti il procuratore speciale incrimina la donna per conoscere la sua fonte. Rachel rifiuta e viene arrestata. Comincia così un vero calvario per la giornalista che viene privata della libertà, impossibilitata a vedere il figlio e lasciata dal marito. Perde tutto, ma non cede. Resta in carcere, condannata, e lascia il dubbio su fino a che punto la libertà di stampa può essere limitata da un governo.

Il film, uscito direttamente in dvd in America, ha avuto poco successo nonostante il cast nutrito di attori di livello. Si propone come la classica riflessione sull’abuso di potere, sulla limitazione della libertà nell’era del post 11 settembre. la restrizione progressiva dei diritti impedisce sempre di più la discrezionalità, la dittatura di pochi che possono punire senza problemi coloro che si oppongono.

Il limite del film sta nell’estrema convenzionalità della sceneggiatura, debolmente strutturata e monotona. Il valore civile dell’opera di Lurie non si discute, così come la significativa riflessione che avvia nello spettatore attento. Ma l’empatia verso il personaggio, il sentimento di ingiustizia che si prova non è sufficiente per farla diventare un qualcosa di più di un generoso tentativo.

Diversi gli attori di spicco: Kate Beckinsale, Matt Dillon, Alan Alda, David Schwimmer, Noah Wylie, Vera Farmiga, Angela Bassett.

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