The rover. Il futuro senza speranza

Il nostro parere

The rover (2014) AUS di David Michod

Michod è alla seconda regia dopo il duro e convincente Animal Kingdom. Ancora una volta al centro della sua narrazione c’è un deserto di sentimenti, ma l’ambientazione è decisamente originale. Un po’ Mad Max, un po’ western il film ci racconta di un mondo preda dell’anarchia dove non esiste più una civiltà, ma solo un’accozzaglia di individui violenti e sperduti che nulla hanno a che fare con il mondo civile.
Il protagonista, Guy Pearce, cerca di recuperare la sua macchina, rubata da rapinatori in fuga. Ad aiutarlo, trova uno di loro che, rimasto ferito durante la rapina, salva e porta con sè. Rey, così si chiama il personaggio interpretato da Robert Pattinson, è come un bambino, con un evidente ritardo nella comprensione, ma si sente tradito poichè i compagni, quando è stato colpito, lo hanno abbandonato ritenendolo morto. L’inseguimento non è determinato dal valore della macchina ma da qualcosa che essa contiene: cosa lo si scoprirà solo nel finale. Un finale angosciante, dominato da un oppressivo ambiente violento e disperato.

Bravi sia Pearce che, soprattutto, Pattinson, il migliore di tutti. Il film parte da un’idea forte ma non riesce a coinvolgere, rimanendo attaccato ai silenzi e alle pause, spesso eccessivamente allungate.

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