The nest – L’inganno

Il nostro parere

The nest (2020) UK di Sean Durkin

Negli anni ’80, Rory, un uomo d’affari inglese stabilitosi negli Stati Uniti, torna nel suo paese natale accompagnato dalla sua famiglia. Tuttavia, quando la famiglia si trasferisce in un maniero inglese, le loro vite vengono sconvolte.

Durkin affronta ancora i fantasmi interiori che muovono le persone, condizionando le loro azioni, come fatto nella prova d’esordio. Qua, dopo aver diretto La fuga di Martha, racconta di un rampante manager che insegue la ricchezza per il riscatto personale da un’infanzia estremamente infelice.

Il ritratto di quest’uomo, con le sue ombre e le sue angosce che progressivamente emergono per lasciarlo nudo alla meta viene tracciato all’interno di una famiglia che progressivamente si sfalda, dalla moglie sola e intristita ai figli che non riescono ad integrarsi in Inghilterra. Tutto ciò avviene senza che il protagonista veda o capisca qualcosa, ossessionato com’è dall’inseguire il successo economico immenso, la vera ricchezza che sogna.

Il regista vaga sui personaggi senza mai approfondire realmente, accennando a quanto accade con una certa dispersività. Il rapporto con l’immensa casa di campagna ha un sentore vagamente da horror, ma le notazioni buttate quasi a caso non sono mai seguite da altro. Se l’obiettivo era di creare un clima inquietante, il regista c’è riuscito ma creando delle premesse che sono puntualmente disattese. E che dire della madre di Rory che compare in una scena per poi dissolversi senza un mimino senso narrativo.

Le mancate scelte gravano pesantemente sul plot che si affloscia su se stesso.

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