The front runner – Il vizio del potere – Hart to hart

Il nostro parere

The front runner – Il vizio del potere (2018) USA di Jason Reitman

Campagna presidenziale del 1988. Gary Hart è il favorito nelle primarie democratiche ed appare come il probabile vincitore anche delle elezioni alla massima carica. Uno scandalo lo costringerà ad abbandonare tutto. Questo è il racconto di quanto avvenuto.

Jason Reitman è un attentissimo analista della società americana e delle ambizioni umane. Dopo un paio di pellicole non propriamente riuscite, torna ad occuparsi dei meccanismi perversi del potere con la ricostruzione dello scandalo che è costata la presidenza a Gary Hart.

A questo evento, la scoperta di un adulterio dello stesso Hart, e della campagna mediatica che ne conseguì, il regista e lo sceneggiatore Matt Bai, autore anche del libro da cui è tratta l’opera, fanno risalire l’imbarbarimento del gossip e del moralismo americano.

Interessanti sono i diversi quesiti etici sollevati da una pellicola scritta benissimo e ottimamente interpretata da attori nella parte.

Il primo è certamente il ruolo che i media hanno assunto (ora amplificato dai social, ma questo è un altro discorso) nella quotidianità. I riflettori accesi sui personaggi famosi inducono ad un moralismo e a una morbosità feroce, che  si abbatte senza alcuna forma di rispetto sulle persone. Le vittime sono i “danni collaterali” di questa barbarica aggressione: i familiari, gli amici di coloro che sono protagonisti dell’episodio. Degna di nota è l’attenzione verso il personaggio di Donna Rice, descritta brevemente ma con forza dal regista. La giovane donna viene descritta nella sua fragilità ma viene evidenziata la sua solitudine contro tutta la massa mediatica che le si è abbattuta contro.

Altro aspetto rappresentato è l’eticità e la parola di un politico. Quanto è credibile un politico che mente sulla sua vita privata? E, d’altro canto, davvero la vita privata deve essere messa al centro di un dibattito elettorale? Si tratta di un dilemma etico insuperabile in quest’epoca che non porterebbe certo un poliomielitico alla Casa Bianca come invece è accaduto oltre 80 anni fa con l’elezione di Roosevelt.

Questi e tanti altri temi sono sviluppati secondo una narrazione cronologica efficace ed incalzante che mostra

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