Tenet – Palindromo

Il nostro parere

Tenet (2020) USA di Christopher Nolan

Un agente segreto riceve una sola parola come arma e viene inviato per prevenire l’inizio della Terza Guerra Mondiale. Deve viaggiare nel tempo e piegare le leggi della natura per avere successo nella sua missione.

E’ quasi impossibile riassumere la trama dell’ultimo film di Nolan, forse il più complesso e labirintico tra tutte le sue opere. Fin dall’inizio, l’autore è perso nelle riflessioni spazio temporali passando attraverso un percorso filosofico elaborato e affascinante. L’obiettivo è un’immersione totale, una situazione esperienziale in cui lo spettatore deve abbandonarsi allo sviluppo della storia.

Tenet è l’espressione massima. La sua struttura circolare (come scopriremo solo proseguendo nella storia) impedisce alla fine di tracciare con esattezza l’inizio e la fine dell’opera. La narrazione lineare, invertita, raddoppiata, ripercorsa, parallela e ripetuta che Nolan ci propina è rafforzata da una fotografia che cucisce un abito attravero l’uso di diversi obiettivi, da effetti speciali strabilianti, da una colonna sonora tambureggiante.

L’abito impeccabile è sgualcito da personaggi ridondanti, da spiegazioni talvolta ripetute che dicono troppo fino a dissolversi in particolari, dettagli che sono tutt’altro che interessanti. Quasi con tono pedagocico si cerca di spiegare tutto in modo razionale, a detrimento del ritmo del film.

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