Sul lago dorato – Addii

Il nostro parere

Sul lago dorato (1981) USA di Mark Rydell

Gli anziani coniugi Thayer ospitano il nipote, un adolescente irrispettoso, per una vacanza sul lago. Lasciato solo con la coppia, il ragazzino si fa lentamente conquistare dal loro affetto.

Per questo film, costruito appositamente per lui, Henry Fonda ha vinto l’Oscar come miglior attore, premio che non ha potuto ritirare personalmente perchè ormai morente. L’ha ritirato per lui la figlia, Jane, che commossa ha potuto recitare in quest’opera come in una sorta di seduta psicanalitica. Infatti, il rapporto tra lei ed il padre era lo stesso descritto nel film e Jane ha raccontato negli anni a seguire che forse solo recitando Henry era riuscito a dirle quello che sentiva per lei. In questo sta l’importanza del film: nella magia della sovrapposizione tra vita e recitazione, tra finzione e realtà.

In effetti è però un canto a due. Infatti, insieme a Fonda, anche la Hepburn ha dato il meglio di sè cogliendo la quarta statuetta della sua carriera inimitabile. Ethel è l’ennesimo personaggio femminile forte e fragile interpretato dalla grandissima attrice 4 volte premio Oscar e per altre 8 volte nominata (solo Meryl Streep l’ha superata con 21 nomination). Anche per lei era il canto del cigno. Già segnata dal Parkinson che stava avanzando, ha poi girato due sole pellicole e questo è stato senz’altro il suo ultimo grandissimo ruolo.

Maestosi nella loro presenza ed ingombranti nella loro grandezza, i due attori potevano schiacciare il regista ed in effetti Rydell si limita a seguirli sottolineando ed esaltando le loro espressioni, il lampo degli occhi. In un testo di impianto sostanzialmente teatrale, emerge la sceneggiatura e, inutile dirlo, la recitazione.

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