Quick millions – I criminali sanno fare i funerali

Il nostro parere

Quick millions (1931) USA di Rowland Brown

L’ascesa e la caduta di Danny Raymond da camionista a boss del crimine nell’America post 29. L’amore per una ricca borghese gli farà perdere la testa e l’appoggio dei suoi compari che decidono di eliminarlo.

Notevole lungometraggio del 1931, uno dei soli quattro diretti dal caratteristico Rowland Brown, uno sceneggiatore che si dice abbia avuto anche legami con la malavita, respinge la romantica inclinazione dei film di gangster della Warner Bros. a favore di una prospettiva sorprendentemente moderna scevra da moralismi. Il ritratto di Danny Raymond avviene con una serie di scene scarne ed essenziali in cui non c’è spazio per osservazioni psicologiche, o approfondimenti sociologici doverosi per descrivere la società devastata dalla crisi economica. Brown preferisce l’azione, privilegiandola come elemento narrativo predominante.

La regia è brillante, dura, ma efficace. L’unica concessione ai clichè è il destino avverso che coglie tutti coloro che osano alzare la testa, emergere. Il malavitoso non può cambiare vita: quando si illude di poterlo fare il mondo gli presenta un’ineluttabile conto. Il finale brusco e la riuscitissima battuta finale sono il segnale di un’asciuttezza di stile raro. Il fallimento del film al botteghino convinse i dirigenti della Fox che la loro nuova stella, Tracy, si stava rivelando un cattivo investimento; oggi la sua performance sembra pulita e fredda come l’acqua ghiacciata. Da apprezzare il balletto di George Raft, ai suoi esordi.

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