Omicidio all’italiana. Satira?

Il nostro parere

Omicidio all’italiana (ITA) 2017 di Maccio Capatonda

Nel paese sperduto di Acitrullo muore la contessa per un malore. Il sindaco e suo fratello inscenano un omicidio per portare i turisti nel paese. Infatti, trascinati dal programma televisivo Chi l’acciso? e dalla stampa, il turismo irrompe nel paesino con la sua massa volgare e distruttiva, morbosamente attratto dal circo mediale.

Capatonda costruisce la sua opera seconda sulla macchina del fango che si scatena nei media dopo un omicidio. Lo fa attingendo al suo spirito satirico e caustico che dovrebbe svelare la povertà intellettuale di un’Italia beota e inane, come già nel primo film aveva proposto. Accompagnato dal sodale Herbert Ballerina, si affida invece ad un campionario di battutacce grezze e dal facile effetto, privilegiando lo sketch all’unità del racconto, sfilacciato e piatto.

Essere demenziale è un valore aggiunto se vi è l’autoironia; se, invece, si fornisce l’impressione di credere davvero nel “messaggio” si diventa facilmente pretenziosi, soprattutto quando manca qualità stilistica alla regia, pensata e concepita come unità a sé stanti.

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