Ombre malesi. Noir d’autore

Il nostro parere

Ombre malesi (1940) USA di William Wyler

Leslie, la moglie di un piantatore inglese a Singapore, uccide un amico di casa. La donna dice di essersi difesa da un tentativo di stupro. Tutti solidarizzano con lei, compreso l’amico avvocato. Salta però fuori una lettera che svela che il morto era l’amante di Leslie. Per salvare la donna nel processo, l’avvocato acquista la lettera dalla vedova della vittima, una disturbante donna malese. Il processo si conclude con l’assoluzione ma la pace non può ritornare in quella casa……

Questo film è da ammirare per diversi motivi. La prima è la regia misurata e magmatica di Wyler, capace di rendere l’atmosfera torbida e sospesa, di giocare con i chiaroscuri della fantastica fotografia di Tony Gaudio, di circoscrivere ed esaltare il debordante talento di Bette Davis, la cura estrema dei dettagli. La scena iniziale del delitto sotto la luna piena e l’incontro con la moglie eurasiatica dell’assassinato sono straordinarie per complessità e costruzione. I movimenti di macchina sono fluidi, assolutamente magnifici per resa estetica e contenutistica nell’apertura del film. La seconda scena ricordata è piena di elementi narrativi, notazioni psicologiche arricchite da tagli di luce incredibili. Infine, va sottolineata la colonna sonora di Max Steiner.

 Sette nomination all’Oscar senza alcun premio.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email