L’ultima parola. Omaggio ad un guerriero

Il nostro parere

L’ultima parola. La vera storia di Dalton Trumbo (2015) USA di Jay Roach

Non c’è nessuno che sa raccontare con stile conciso e folgorante la propria storia come gli americani. Nessuno sa come narrare la caduta e la rinascita di qualcuno, nel più puro spirito di una nazione che è complessa e multiforme, capace di momenti di grandezza inaudita e di grettezza inspiegabile.

Jay Roach ha voluto ricordare la vita di un grande sceneggiatore del cinema, Dalton Trumbo. Trumbo (scrittore, sceneggiatore e regista) ha subito le peggiori conseguenze del maccartismo ovvero la caccia contro i “comunisti” scatenata nel congresso durante la guerra fredda. Arrestato e perseguitato dopo i trionfi del suo lavoro negli anni 40, Trumbo ha continuato a lavorare con diversi pseudonimi, vincendo ben due premi Oscar per Vacanze Romane e La più grande corrida. Entrambe le volte, però, non ha potuto ritirare il premio consegnatogli molti anni dopo.

Roach dirige un film essenziale, magnificamente scritto (Trumbo avrebbe approvato). Cranston ha avuto una nomination per l’interpretazione, una nomination meritata poiché si cala nel personaggio con intensità e forza. Tutti sono però convincenti, a partire da Diane Lane, misuratissima nel ruolo della moglie fino a Michael Stuhlberg che presta il volto a Edward G. Robinson, amico dello scrittore che lo tradì denunciandolo alla commissione.

Si sarebbe potuto certamente trarre anche una serie televisiva da questa vicenda, talmente è ricca di implicazioni morali, filosofiche, sociali e storiche, soprattutto in un momento della storia americana piene di paure come il secondo dopoguerra, dove il vicino poteva essere il traditore amico di Stalin. Basta pensare solo alle parti della sua vita tagliate per necessità narrative. Non c’è infatti cenno del periodo in cui è riparato in Messico, oppure della realizzazione del suo unico film da regista, lo sconvolgente E Johnny prese il fucile, niente degli ultimi anni della sua esistenza se non un nobile, commovente discorso in cui l’uomo traccia un ritratto delle sue esperienze, distribuendo torti e ragioni riuscendo a superare tutte le divisioni e i contrasti per giungere ad una pacificazione con il mondo esterno ed i suoi antichi nemici: vincitore per una volta davvero dell’ingiustizia.

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