La teoria del tutto. La domanda perfetta

Il nostro parere

La teoria del tutto (2015) UK di James Marsh

La vita del brillante scienziata Stephen Hawking fino agli anni 90, dalla diagnosi della terribile malattia degenerativa che l’ha colpito alla dolorosa separazione dalla moglie, la donna che aveva sempre creduto in lui, nonostante la paralisi progressiva e la difficoltà di essere accettato dal mondo scientifico. Oggi Hawking è un’acclamata stella della cultura, capace anche di prendersi in giro prestando la propria voce in alcuni episodi di The big bang theory, ma ovviamente l’uomo ha incontrato difficoltà terribili, sorretto solo da un’incrollabile fede nello studio e nell’interpretazione della scienza, oltre ogni cosa, e dall’amore di una donna che anche oggi, nonostante non sia sposata più con lui, gli ha donato tutta se stessa, rendendolo padre tre volte. Proprio su questo aspetto si centra il film, basato sulla autobiografia della moglie, peraltro rivista insieme allo scienziato alcuni anni dopo. A confermare, diciamo così, la ricostruzione storica, vi è anche la partecipazione di Hawking stesso che “presta” la voce elettronica in diverse scene.

La scienza è, infatti, molto importante per comprendere l’uomo, ma ancora di più sono i suoi affetti, i suoi sentimenti. A questa gamma di sensazioni ha dato corpo e voce Eddie Redmayne, premio Oscar come miglior attore in forza di questa interpretazioni, senza dubbio di ottimo livello. Si sa, però, che l’Academy predilige molto le operazioni di mimetismo in cui l’attore si trasforma e si modifica per essere credibile nei panni dell’altro. Tuttavia, non meno brava, è stata Felicity Jones che doveva fare da controcanto a Redmayne, impegnato nel virtuosismo di recitare sulla carrozzella, dando credibilità agli sguardi, alle smorfie e donando loro una funzione narrativa.

Il film è strutturato in modo convenzionale, solido, efficace. Marsh è al servizio della trama e mostra poco di sé e delle sue capacità, anche se il ritmo febbrile della prima parte del film, il montaggio ansioso di alcuni momenti sanno descrivere un animo in tumulto come era quello del giovane Hawking. Accurata la ricostruzione storica e la parte scientifica. La sceneggiatura è equilibrata sapendo alternare con sapienza i momenti drammatici (senza pietismo e questo è un merito) al percorso professionale del personaggio.

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