La scuola è finita. Se non siamo pessimisti….

Il nostro parere

La scuola è finita (2010) ITA di Valerio Jalongo

Durante la visione si ha la sensazione di un dejà vu che assume significato leggendo il nome di Luchetti tra gli sceneggiatori. Quasi certamente, infatti, il film La scuola (1995 regia di Luchetti stesso) ha influenzato la visione che Jalongo mostra dell’istruzione italiana, declinando pessimisticamente la visione futura. Se Silvio Orlando si rimboccava le maniche per salvare il suo studente, cercando di dare ancora senso alla sua vita, i professori di questa opera sono avviati verso la disillusione totale, la sconfitta delle ambizioni e delle speranze. E senza speranze è anche il giovane protagonista stritolato da una famiglia incapace di fornire un minimo affetto e dalle istituzioni paralizzate e ottuse.

Molti sono certamente gli istituti in condizioni simili, se non peggiori, in tutta Italia: con gli edifici semidistrutti, personale demotivato, studenti inebetiti, ma esistono anche molte altre realtà che contraddicono questo stato di cose. Dal punto di vista narrativo molti aspetti appaiono forzature senza riscontri nella realtà (il procedimento disciplinare verso la Golino è una barzelletta per come è falso), inoltre il regista sembra divagare talvolta assumendo il ruolo del moralista, altre volte simpatizzando per comportamenti inconcepibili, creando alla fine confusione nello spettatore riguardo il messaggio e le finalità che si propone.

Questa confusione impedisce al film di raggiungere pienamente il suo scopo risultando incompleto e parziale. Tra gli attori meglio l’esordiente Forti che gli esperti Golino e Amato.

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