La collina degli stivali – Spietato e violento

Il nostro parere

La collina degli stivali (1969) ITA di Giuseppe Colizzi

Un pistolero ferito viene ospitato, curato e adottato dagli artisti di un circo. Con il loro aiuto fa fuori una banda di fuorilegge che volevano impossessarsi di beni preziosi.

Terzo capitolo della trilogia degli Spaghetti Western firmata Colizzi iniziata con Dio perdona.. io no! (1967) e proseguito con I 4 dell’Ave Maria (1968), La collina degli stivali è un film vicino all’etica originale degli Spaghetti Western dove la commedia aveva un ruolo minore e la violenza regnava sovrana.

Il regista Giuseppe Colizzi dona al film un tocco visivo a volte sbalorditivo. Sfruttando al massimo il caos organizzato che circonda il circo itinerante di Mamy, completo di nani, volti truccati e ballerine, crea le scene migliori intercalando riprese di spettacoli circensi disperatamente gioiosi con scontri a fuoco. I risultati sono brillantemente stridenti. Nessuna morale profonda o pomposa, ma una storia divertente, con alcune belle scene d’azione e una classica sparatoria risolutiva anche se il finale sembra posticcio e insensato. La fotografia è eccellente, completamente in stile, con molti primi piani claustrofobici di teste scure e sudate, zoom, ecc. Per il resto, l’opera ha relativamente poco da offrire in termini di dramma e trama avvincente.

Terence Hill lavora su un personaggio efficace (che porta il nome di Cat Stevens!), a differenza di Bud Spencer ancora non completamente centrato. Woody Strode brilla.

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