Jurassic world – Il dominio

Il nostro parere

Jurassic World – Il dominio (2022) USA di Colin Trevorrow

Quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar, gli agenti della Biosyn cercano di rintracciare Maisie Lockwood, mentre la dottoressa Ellie Sattler indaga su uno sciame di insetti giganti geneticamente modificati.

Sesto capitolo della saga dopo ventinove anni dal primo episodio firmato Spielberg. Allora gli effetti speciali furono per certi aspetti rivoluzionari mentre ora, a dispetto del grande spiegamento di mezzi, tendono a ripetere gli stessi schemi con un minor grado di sorpresa. In modo particolare, Spielberg, memore del cinema delle origini (magari Tourneur) sapeva dosare la visione dei dinosauri con la suggestione delle ombre che incutevano maggiore paura piuttosto che lo squadernamento continuo di combattimenti alla luce del sole.

Il rischio, anzi la certezza, è l’indigestione di inseguimenti, versi gutturali e pericoli scampati all’ultimo istante sottraendo la gamba al morso del primo mostro che appare. Questa è stata la scelta degli sceneggiatori e di Trevorrow che hanno recuperato tutte le scene madri dei primi episodi infilandoli in questo fluviale sequel (oltre 150 minuti) senza soluzione di continuità.

Mettiamoci poi la consueta multinazionale ed il solito miliardario pazzo (l’idea comincia ad essere abusata manco fossimo in un Bond) che ha perso il contatto con la realtà in nome del progresso ed ecco che abbiamo tutti gli elementi riconfermati insieme al cast dell’intera serie recuperato per l’occasione. Ai nuovi eroi (Pratt e Howard) si aggiungono, infatti, i protagonisti del primo episodio che, bisogna ammettere, sono tutti in ottima forma.

Nella spettacolarità delle scene (come già detto, ripetitive) sono quindi inseriti pistolotti in nome della salvaguardia dell’ambiente con un tono decisamente troppo retorico per essere credibile.

I personaggi restano quindi poco delineati se non stereotipati al punto che non è difficile immaginare che fine faranno fin dalla prima immagine in mezzo ad una serie di apparenti colpi di scena e di salti logici che difficilmente stanno insieme. Tant’è, visto che il fine ultimo non è certo la coerenza ma il successo del franchise che deve aprire a nuovi episodi e alla ripetizione eterna di una storia che è diventata luogo comune.

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