Indovina chi viene a cena. Il più grande addio

Il nostro parere

Indovina chi viene a cena (1967) USA di Stanley Kramer

La categoria dei film del cuore esula da ogni tipo di valutazione critica e probabilmente non deve tener conto della critica. E’ indubbio che agli occhi di un osservatore distaccato, il testo di questo film appare come ruffiano, politicamente corretto e a tesi. Ma chi se ne frega. Vedere per l’ultima volta sullo schermo la coppia Spencer Tracy-Katharine Hepburn cancella ogni ragionamento estetico. Ammirare con le lacrime agli occhi la dichiarazione d’amore che Tracy pronuncia alla compagna di una vita, sapendo di morire, tramite il personaggio che interpreta rappresenta un unicum e non può non essere considerato in una recensione. Si tratta, probabilmente, della più clamorosa interferenza tra la vita e la finzione che sia mai apparsa su uno schermo.

La storia d’amore tra una bianca e un nero viene condensata in un solo giorno, quando i due si presentano ai rispettivi genitori prima di convolare a nozze, dovendo affrontare tutte le perplessità che essi hanno, oltre che le inevitabili difficoltà di una coppia interrazziale alla fine degli anni sessanta. Attraverso una serie di personaggi, Kramer evidenzia tutti i pregiudizi tipici di fronte ad un amore di tal genere, contemporaneamente pensando alle difficoltà di comunicazione tra le diverse generazioni.

 

Tutto questo avviene con una struttura convenzionale? Certamente sì, ma il meccanismo è mirabile, costruito su misura per due attori monumentali che sanno dare il meglio di sé in ogni momento. Ci sono alcune scene che restano istoriate nella memoria, alcuni momenti che sono tra i più intensi della storia del cinema. Come si fa a non considerare questo? Come si fa a sminuire la capacità di tutto il cast di rendere fino in fondo un’emozione a questi livelli. Criticume a parte, siamo nel grande cinema.

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