Il miglio verde (1999) USA di Frank Darabont
Il miglio verde è il percorso che i condannati a morte compiono dalla propria cella al luogo dell’esecuzione. Durante il 1935, la vita di Paul Edgecombe, capo guardia in una prigione, cambia quando nell’istituzione giunge John Coffey, un gigante di colore accusato di aver massacrato due bambine.
Ci sono film che a distanza di anni diventano dei classici che uno spettatore non si stanca mai di guardare. Il miglio verde è uno di questi perchè ha una serie di elementi che inchiodano il pubblico a qualunque ora. In primo luogo il melodramma avvincente in cui si mescolano diversi generi e diversi spunti: le domande sul senso della vita, la lotta tra il bene e il male, il desiderio di giustizia ed il senso della pietà.
Darabont ha dato il meglio di sè riproducendo opere di Stephen King, ma ha sempre utilizzato il King che sfugge al classico horror ma si divaga con opere di diverso genere, spesso a fondo carcerario. Come al solito lo scrittore non si limita a costruire la suspence, ma in essa riesce a leggere l’animo umano. Per questo le sue opere sono particolarmente apprezzate, oltre che riprodotte spesso per cinema e televisione.
Al regista non manca la grazia del narrare e la delicatezza dei ritratti poichè i suoi personaggi sono ricchi di sfumature, anche quando riproducono caratteri estremi, talvolta sfioranti lo stereotipo. Una sceneggiatura solida e solidi interpreti completano poi il quadro complessivo emozionando.
Un classico appunto perchè il regista ha uno stile classico e potente, anche a distanza di anni.