Il dittatore. Cattivo con sorriso

Il nostro parere

Il dittatore (2012) USA di Larry Charles

Sacha Baron Cohen propone l’ennesimo personaggio politicamente scorretto che usa come grimaldello per distruggere la credibilità della società occidentale. Cohen, a tutti gli effetti coautore insieme al suo inseparabile compare Charles, ha una visione totalmente negativa nel mondo. Toglie ogni velo alle sanguinarie dittature musulmane (lui, ebreo, svillaneggia ogni forma di religione), condanna senza accenti le collusioni, le ipocrisie degli occidentali, interessati unicamente al guadagno, prende in giro le associazioni umanitarie evidenziandone illusioni, formalismi, azzera qualsiasi ideologia denunciando l’uso che se ne fa da parte di personaggi senza scrupoli (di qualunque colore, razza, religione siano).

Questa volta centrale è Aladdeen – un misto tra Gheddafi, Bin Laden e Kim Jong Un – dittatore dello stato di Wadiya (più o meno l’Eritrea), spietato, infantile e megalomane. Aladdeen vuole avere ragione su tutto, vuole essere primo di tutti (sport, scienza, arte, cinema) e non esita ad uccidere pur di garantirsi una fatua gloria. Chi non asseconda, accetta o subisce le sue bizze viene condannato a morte, svillaneggiato, deriso. Durante una visita ufficiale a New York, viene detronizzato, mentre un suo sosia ne prende il posto. Gettato nella metropoli americana senza un aiuto, viene raccolto da una donna, altruista e generosa che gli apre le porte della sua associazione a scopo benefico.
Naturalmente, tranne lei, in quella associazione tutti rubano, disinteressandosi del suo reale scopo, lasciando la giovane a gestire il disastro. Aladdeen trova in sé risorse inaspettate, ma non manca mai di usare le “maniere forti”

Il film è demenziale il giusto e mette alla gogna convenzioni e comportamenti falsamente buonisti. Attraverso lo sguardo distorto del dittatore in fuga, ogni finzione viene svelata, mostrando che il mondo è davvero un brutto posto. Sacha Baron Cohen fa tutto questo con un sorriso sghembo e amaro.
Il format di Cohen sembra un po’ segnare il passo. Se con Borat aveva aperto un filone, ora tende a ripetersi. Alcune gag sono, però, impagabili e la sua genuina “cattiveria” spiazza e piace.

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