Il cattivo poeta – D’Annunzio

Il nostro parere

Il cattivo poeta (2021) ITA di Gianluca Jodice

Italia, 1936. Giovanni Comini è appena stato promosso alla carica di Federale e viene trasferito a Roma per una missione delicata: vegliare sullo scrittore Gabriele D’Annunzio e fare in modo che non dia nessun tipo di problema. D’Annunzio, poeta riconosciuto a livello nazionale, è sempre più inquieto.

La Groenlandia, casa di produzione di Matteo Rovere e Sidney Sibilia, ha un gusto internazionale nelle scelte, un misto di coraggio ed incoscienza che la sta configurando come innovativa. La scelta di raccontare D’Annunzio nel suo crepuscolo dorato del Vittoriale, affidandosi ad un regista esordiente nei lungometraggi come Gianluca Jodice è decisamente fuori dai canoni italiani.

La pellicola soffre della necessità di parlare di un personaggio bigger than life, cercando il difficile equilibrio tra la descrizione del periodo storico e il tratto biografico che rischiava di essere agiografico e vuoto. Nella prima parte questo equilibrio mancava tra le diverse spinte contrapposte. Il mondo fascista viene mostrato come una visione viscontiana, decadente e morbosa ed il personaggio di Comini resta inevitabilmente sullo sfondo con un passaggio all’antifascismo che è totalmente inventato e forzato.

Quando si avvicina la fine ed il Vate ridiventa uomo che capisce la propria marginalità, abbiamo la parte migliore dell’opera. Lasciata la preoccupazione del ritratto, Jodice si concentra sulla decadenza fisica dell’uomo, sulla vacuità dei suoi rapporti personali e la marginalità che avverte ormai essere sua. Castellitto è ottimo nel descrivere tutto ciò, svelando le paure e le insicurezze dell’uomo.

Il finale pecca perchè ci dice che Comini è stato espulso dal partito poichè non allineato con la linea mussoliniana mentre sappiamo che ha continuato il suo lavoro come Federale di Brescia, per cui ricevette anche una promozione per meriti eccezionali su proposta di un paio di generali. Dopo essere stato sostituito nell’incarico, divenne deputato e lo restò fino all’estate del 1943.

Resta il coraggio di una scelta non facile ed una politica produttiva che convince.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email