Il capitale umano – Famiglie

Il nostro parere

Il capitale umano (2019) USA di Marc Meyers

I destini di due famiglie di diversa estrazione sociale finiscono per incrociarsi quando i loro figli iniziano una relazione che porta a un impulsivo affare e a un tragico incidente.

Già portato sullo schermo da Paolo Virzì nel film del 2013 con lo stesso titolo, il romanzo di Stephen Amidon è lo sfondo di questo film che vuole essere una ricostruzione dell’avidità umana al giorno d’oggi. La cosa strana è che il film italiano era decisamente più in sintonia con il romanzo. Strana perchè, teoricamente, non dovrebbe essere un livornese che ambienta il tutto in Brianza a comprendere perfettamente un romanzo tipicamente americano.

Eppure è così. Meyers cede al compassionevole, si posiziona a fianco di tutti i personaggi (Quint eccettuato, perchè il cattivo capitalista non lo sopporta proprio) e li comprende nelle loro miserie, quasi le scusa. Dota anche i ragazzi di una coscienza profonda. Insomma lascia troppa luce e speranza dove, invece, Viriì interveniva con durezza a spogliare di ogni velo delle vite miserabili senza valori che, inevitabilmente, si trasferiscono sulle giovani generazioni prive di moralità.

Tutti si limitano a svolgere il loro compito con attenzione e pacatezza  ma nessuno innerva vitalità e realismo in una stanca visione del mondo. La sufficienza c’è, ma con poco sforzo.

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