Grandi bugie tra amici (2019) FRA di Guillaume Canet
Sotto stress, Max si reca nella sua casa al mare con l’idea di ricaricarsi le batterie. Un gruppo di amici che non vede da anni, però, giunge a sorpresa per festeggiare il suo compleanno.
La casa di Max è il luogo per eccellenza della psicanalisi di gruppo, dove i protagonisti di questa insolita e duratura amicizia si esaminano e si confrontano per tracciare un bilancio della propria esistenza. Nel primo film, datato 2010, l’occasione spinta era l’incidente di Ludo, l’amico collante, che poi moriva improvvisamente lasciando tutti nella disperazione. Ora, invece, è il turno di Max, subentrato proprio a Ludo nel ruolo di deus exmachina a riunire gli amici intorno ad un tavolo. Ancora una volta, però, è la disperazione a tenere insieme la trama. Nel primo film l’incidente appunto, ora le condizioni economiche disastrose di Max. Attraverso lui, anche gli altri sono costretti a fermarsi e ad osservarsi allo specchio. Dove li ha portati la vita?
Canet è ottimo nella conduzione di attori, tutti affiatati nel desiderio di ricreare l’atmosfera di complicità che dovrebbe regnare tra tutti. Meno nella costruzione della trama che procede senza una vera direzione, se non nella necessità di alternare comicità a dramma, malinconia e ironia. Tutto questo conferisce al film un tono ondivago che rende meno divertente alcuni aspetti, poco drammatici e convincenti altri.
Tuttavia, l’aspetto principale è la piacevolezza dell’assunto, la compiaciuta osservazione dei nostri difetti visti nell’effetto speculare dei personaggi sullo schermo, la felice intuizione che nelle nostre meschinità ci riconosciamo e ci affezioniamo.