Genitori vs influencer – Altalena

Il nostro parere

Genitori vs influencer (2021) ITA di Michela Andreozzi

Paolo, professore di filosofia, ha cresciuto da solo sua figlia. Hanno un bel rapporto che si incrina quando lei entra nell’adolescenza: affascinata dal mondo degli influencer, decide di diventare come il suo idolo Ele-O-Nora. Per recuperare il rapporto con la figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social. La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer.

Un tema di grande attualità e la contrapposizione dei ggiovani con i vegliardi: un tema talmente abusato che il rischio del flop è molto forte. La speranza  nasce dalla regista che si è sempre dimostrata intelligente osservatrice e anche discretamente dotata nella costruzione dei personaggi.

Questa volta, invece, la Andreozzi manca il bersaglio o perlomeno lo manca in parte. Il film, infatti, è profondamente disomogeneo. L’inizio e la conclusione sono superficiali, ma la riflessione centrale è la parte più riuscita, più completa nell’analisi. Il cambiamento di Paolo da oppositore dei social al ruolo di influencer avviene con spontaneità e con una progressione graduale che lo fa sprofondare nel mare magnum della banalità. Il meccanismo è sagacemente rappresentato dalla regista al punto che nasce il rammarico di quello che poteva essere e non è stato.

Chissà se alla Andreozzi sono stati imposti i protagonisti. Fabio Volo non è credibile come insegnante e la De Lellis fa se stessa ma senza alcuna qualità recitativa. Necessariamente la povertà espressiva limita le possibilità di scrittura al punto che i personaggi  restano sullo sfondo, vaghemente tratteggiati.

Resta il multicolore mondo del condominio della Garbatella e la sua divertente descrizione attraverso la bravura dei caratteristi, uno più divertente dell’altro.

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